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Antiriciclaggio, monetica e moneta digitale, usura, cultura della legalità sono i grandi temi trattati al Corso di formazione seminariale, organizzato dal dipartimento nazionale Legalità e Antiriciclaggio Fisac Cgil e dal dipartimento nazionale Formazione della Fisac, a Rimini, alla fine di novembre.
“Una tre giorni intensa, ricca di contenuti e dal profondo carico emotivo”, affermano gli organizzatori del corso dal titolo ‘Dalla normativa antiriciclaggio all’economia legale - La Fisac al fianco della Cgil nel presidio della legalità’, durante il quale i componenti della Rete legalità Fisac Cgil, provenienti da tutta Italia, si sono confrontati con “un alto grado di coinvolgimento, declinando i grandi temi affrontati con un’attenzione specifica alle esigenze sociali dei territori, del settore e dei lavoratori”.
Partendo dai principi base della definizione del reato di riciclaggio sono state ripercorse le evoluzioni normative per poi a focalizzare l’attenzione “sull’impatto all’interno del lavoro di banche e assicurazioni, animando un dibattito acceso votato al riconoscimento del valore etico e sociale dei presidi antiriciclaggio, oltre lo status di mero adempimento burocratico”.
Durante i lavori è stato fatto anche un focus specifico sullo sviluppo della moneta elettronica e sulle sfide poste dall’euro digitale al sistema bancario e dei pagamenti, con un “nuovo modo di intendere non solo il rapporto con il contante, ma anche il ruolo stesso degli istituti di credito come infrastruttura finanziaria, importando una novità assoluta nel sistema socio-economico italiano ed europeo”.
In primo piano il ruolo delle banche come presidio di legalità per contrastare i rischi economici e sociali causati dalla criminalità organizzata, con un approfondimento sulla “evoluzione nel presidio del territorio da parte degli istituti di credito e alle dinamiche del rischio di usura all’interno delle diverse specificità socioeconomiche del Paese”.
Non sono mancati i contributi circa il valore sociale del presidio antiriciclaggio sui territori, con il ruolo fondamentale dei delegati sindacali e delle Camere del lavoro come “sentinelle di legalità unitamente ai diversi soggetti istituzionali” nella firma dei protocolli di legalità e nella costituzione di parte civile nei processi per associazione per delinquere di stampo mafioso, come per il processo Eraclea e Aemilia.
Il confronto con Giuseppe Antoci, presidente onorario della Fondazione «Nino Caponnetto» e già presidente del Parco dei Nebrodi, “ha saputo restituire ai partecipanti tutto il peso della cultura della legalità – si legge nel testo che riassume i contenuti dell’iniziativa -, in un dibattito toccante e coinvolgente in grado di far emergere la portata dirompente del valore morale ed etico dei presidi normativi, economici e finanziari contro i sodalizi mafiosi e a difesa della libertà e dell’autodeterminazione individuale e collettiva”.
Il corso è terminato con la visione del documentario sul processo Aemilia ‘Benvenuta al Nord, la perdita dell’innocenza’, confermando la consapevolezza e la volontà che “la Rete della Legalità della Fisac, tramite il dipartimento Legalità e antiriciclaggio, possa essere un supporto in termini di competenze e professionalità all’attività della Confederazione affinché la Legalità sia garanzia e prerequisito per uno sviluppo sociale ed economico virtuoso”.
“La presenza e il contributo di Alessio Festi, dell’area Legalità della CGIL, e le conclusioni di Emilio Miceli, responsabile della stessa Area, hanno in questa ottica riconosciuto e completato il valore del percorso del dipartimento. Quello vissuto durante il corso è stato dunque un percorso ricco e coinvolgente – concludono gli organizzatori -, che ha visto nei partecipanti i veri protagonisti di un confronto e di uno scambio di idee proficuo e dall’alto grado formativo, capace di segnare un ulteriore passo avanti nella capacità della Federazione e della Confederazione di agire consapevolmente nella società e nei posti di lavoro come primo presidio a sostegno della legalità e dell’equità sociale”.