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Le insegnanti e le educatrici di nidi e scuole dell’infanzia di Roma Capitale sono pronte a scendere in piazza con le famiglie dei piccoli utenti per mettere fine a una situazione che sta pericolosamente scivolando verso il disastro. “La disorganizzazione del sistema scolastico 0-6 è fuori controllo, con rischi legati alla pandemia inaccettabili per la salute e la sicurezza di bambini e docenti”, tornano a denunciare Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti, Uil Fpl Roma e Lazio e Csa, che già nelle scorse settimane avevano lanciato l’allarme.
"Dopo aver negato il confronto e non aver avviato il tentativo di conciliazione, sebbene sollecitato dalla Prefettura di Roma il 7 ottobre, l’amministrazione ha inviato solo una convocazione, con un oggetto generico, che non permette quindi di fare riferimento allo stato di agitazione e alle problematiche da noi sollevate. Ciò impedirebbe di arrivare alla conciliazione richiesta”, spiegano i sindacati, precisando che “finora l’amministrazione, arroccata su dati meramente statistici, non riesce a comprendere il disordine organizzativo in essere. Disordine organizzativo che produce verosimilmente un cattivo utilizzo delle risorse stanziate, con condizioni di approssimazione sull’incidenza di queste nell’erogazione in sicurezza dei servizi. Organizzazione vuol dire assicurare servizi di qualità ai piccoli utenti e alle famiglie, senza rinunciare a proteggere le persone da una minaccia di contagio che sta tornando a superare prepotentemente i livelli di guardia”.
Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti, Uil Fpl Roma e Lazio e Csa evidenziano che "Roma Capitale, nonostante gli annunci e la task force di esperti e accademici, sta fallendo l’uno e l’altro obiettivo. E in tutto questo ha finora negato il confronto a chi il lavoro in emergenza lo conosce davvero, cioè le lavoratrici e i loro rappresentanti. Tanto che quando si è parlato di formare un 'organico potenziato', finalizzato alla creazione di gruppi stabili in risposta alla emergenza Covid, la questione è stata archiviata con un nulla di fatto”.
I sindacati mettono in fila le tante criticità emerse già dalla riapertura dei servizi: dalla "sostituzione dei docenti assenti con personale a orario giornaliero ridotto (75%), alle carenze nella distribuzione dei dispositivi di protezione individuale (Dpi), insufficienti a coprire tutte le strutture e tutte le prescrizioni. Senza parlare dei ritardi ingiustificati nella costituzione delle Commissioni Covid, specificatamente previste nei protocolli per il monitoraggio delle misure di prevenzione, o della completa disorganizzazione nell’indicare ai referenti Covid le prassi da seguire, perché lasciati senza formazione e senza un adeguato supporto per la gestione di casi di contagio nelle strutture. Rispetto al personale docente, poi, si è fatto ricorso agli spostamenti tra strutture per coprire i buchi, senza curarsi della crescita esponenziale dei rischi. Mentre ai bambini diversamente abili non viene neanche garantita l’insegnante di integrazione per l’intera durata dell’orario giornaliero”.
Di fronte a questo caos, i sindacati si sarebbero "aspettati da subito un confronto per trovare soluzioni concrete e invece dall’amministrazione sono arrivate solo scuse, alibi e risposte pasticciate, in contrasto con le indicazioni contenute nei protocolli di Istituto superiore di sanità, ministero dell'Istruzione e Regione Lazio”. E così concludono. “Anche il decantato atto di corresponsabilità sottoscritto con le famiglie è caduto nel vuoto. Siamo pronti scendere in piazza il 27 ottobre se da Roma Capitale, nell’incontro convocato per il 22 ottobre, non si avrà chiarezza su ciascuna delle tematiche da noi evidenziate nello stato di agitazione. La sicurezza di bambini e personale non è negoziabile”.