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Gravi episodi di corruzione, come quelli per i quali si indaga a Venezia in questo momento colpiscono la reputazione delle pubbliche amministrazioni, la fiducia dei cittadini nella politica e nella cosa pubblica, l’economia della città.
Come Cgil siamo esterrefatti che il Sindaco, nonostante le inchieste giornalistiche, abbia sempre dormito sonni tranquilli, non adottando in alcun modo strumenti di prevenzione della corruzione adeguati a tutelare la città di Venezia. Tutte le scelte contenute negli obiettivi del piano triennale contro la corruzione, passavano da un rapporto diretto con il Gabinetto del Sindaco, che quindi era ed è informato di tutti i movimenti dirigenziali.
In questi anni siamo stati oggetto di numerosi e violenti attacchi da parte del Sindaco, ogni qualvolta abbiamo criticato le scelte che indebolivano la macchina pubblica. Ogni volta che abbiamo criticato una nuova esternalizzazione, la riduzione del numero dei dipendenti e la pretesa di imporre scelte ai dirigenti come fosse un’azienda privata e non un ente pubblico. La dirigenza in Comune è stata svilita, umiliata e piegata alle logiche politiche mettendo in discussione il profondo principio di indipendenza e autonomia che è una delle garanzie di buon andamento delle amministrazioni pubbliche, nell’interesse dei cittadini.
Risulterebbe gravissimo, se dovesse risultare vero, che il Sindaco pur venuto a conoscenza di atteggiamenti potenzialmente illeciti di un Assessore lo abbia intimato a non esagerare, a non esporsi a rischi anziché fare una scelta netta e andare fino in fondo segnalandolo alle autorità competenti.
La Città adesso è allo sbando, si rischia una gravissima paralisi amministrativa, essendo coinvolti i vertici dell’Amministrazione comunale e di una parte rilevante delle sue società partecipate. Quanto emerge nelle intercettazioni riportate dalla stampa, fa venire a galla un sistema in cui importantissime società partecipate diventano strumento di consenso elettorale e clientela.
La nostra Area Metropolitana sta già attraversando una profonda crisi economica, che rischia di essere aggravata da questi avvenimenti. Quale imprenditore verrà a investire nel nostro territorio, pensando che possa esserci una potenziale gestione personale della pubblica amministrazione? Quanti investimenti si possono perdere quando all’esterno passa il messaggio di un sistema corrotto che riguarda le società partecipate del Comune?
A fare le spese di comportamenti scorretti di parte di chi amministra, sono sempre i più deboli. Da un lato vengono sottratte risorse che si sarebbero potute destinare a politiche in favore della cittadinanza, dall’altro si indebolisce il tessuto economico, favorendo alcuni soggetti rispetto ad altri e creando costi che come sempre vengono scaricati sulle lavoratrici e sui lavoratori.
Noi auspichiamo che la magistratura faccia chiarezza al più presto, ma chiediamo immediatamente a tutti coloro che sono indagati di fare un passo indietro dagli incarichi che ricoprono. La città ha bisogno di un segnale chiaro, non può essere nemmeno tollerata l’ombra di un dubbio su quali siano gli interessi che chi ci amministra sta tutelando.