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Vietato protestare e, dunque, manifestare. La logica del manganello impone passaggi logici il cui esito alla fine è quasi automatico: il dissenso va circoscritto, sterilizzato e, anzi, represso. È successo di nuovo, oggi (23 febbraio) durante alcuni cortei contro l’orrore di Gaza e la sorte dei palestinesi. A Firenze, Pisa e Catania la polizia ha caricato ragazze e ragazzi che manifestavano usando senza alcuna remora i manganelli. Gli studenti feriti sono 18, 10 dei quali minorenni.
Cariche a Firenze e Pisa
A Firenze è accaduto quando i manifestanti hanno provato a raggiungere il consolato americano: il corteo era partito da piazza Santissima Annunziata per raggiungere piazza Ognissanti e ha poi proseguito il percorso sul lungarno verso il consolato. Le cronache parlano di almeno una ragazza ferita.
Situazione simile a Pisa. Le cariche della polizia sono state lanciate contro il corteo che si dirigeva verso piazza dei Cavalieri. Alcuni studenti sono stati identificati dalle forze dell'ordine. In rete girano video che non lasciano dubbi sulla sproporzione dell’offensiva delle forze dell’ordine rispetto alla situazione.
Duro il giudizio dell’Udu che denuncia fatti analoghi anche a Catania ed esprime solidarietà per le studentesse e gli studenti vittime della repressione: ”Altre piazze a supporto della causa palestinese e altra repressione”.
Per l’Unione degli studenti universitari “lo stato della democrazia nel nostro Paese è ogni giorno più precario, e la piega che il governo Meloni sta prendendo sa sempre di più di ventennio”.
Situazione inaccettabile e che però non scoraggia gli studenti: “Continueremo a scendere nelle piazze per esprimere il nostro dissenso, diritto garantito in qualsiasi stato che si possa definire democratico”.
Ghiglione, basta clima di repressione
“Le cariche violente di cui sono stati vittime studentesse e studenti a Pisa sono un fatto gravissimo, che esige delle spiegazioni e che non può essere derubricato a un incidente o a una cattiva gestione di quella singola piazza. Dal Paese arrivano segnali inquietanti sull’esercizio del diritto di espressione e del diritto al dissenso”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione.
“Torino, Roma, Napoli, Firenze, Bologna – ricorda la dirigente sindacale – e oggi Pisa: il governo, incapace di rispondere con la politica, gli investimenti, i progetti, risponde alle istanze dei giovani con la Polizia, che sempre più spesso mette in essere azioni di contrasto alle proteste eccessivamente violente e gratuite”.
“Nel Paese negli ultimi mesi – denuncia Ghiglione – si percepisce un clima pesante verso qualsiasi forma di pensiero critico: le minacce di bocciatura per gli studenti che hanno occupato le scuole, invocate dal ministro Valditara, ne sono il segno e hanno il sapore amaro della ritorsione verso coloro che intendano esprimere le loro opinioni”.
“Noi, che siamo convinti che la Polizia non sia un ammortizzatore sociale su cui scaricare le tensioni, né che gli operatori della sicurezza siano dei picchiatori, temiamo che dietro al ricorso sistematico alla violenza ci sia un disegno, volto a piegare il lavoro delle Forze di Polizia a strumento politico. Chiediamo immediati chiarimenti da parte del governo sui fatti di Pisa - conclude - ma soprattutto chiediamo che cessi questo clima di repressione e di violenza nel nostro Paese”.
Studenti: democrazia sempre più precaria
"Lo stato della democrazia nel nostro Paese è ogni giorno più precario, e si rende sempre più visibile la linea di repressione del dissenso del Governo Meloni”. Così in una nota Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi.
Che aggiunge "Siamo sempre più allibiti nel vedere la polizia che manganella studenti. I manganelli di stamane confermano una gestione del dissenso fatta da repressione e delegittimazione delle proteste. Un panorama inquietante che si aggiunge ai costanti attacchi da parte di Valditara nei confronti delle occupazioni o di assemblee su temi sgraditi”.
"Il governo ha davvero paura delle proteste studentesche a tal punto da censurarle sotto i manganelli? Gli studenti continueranno a scendere nelle piazze ad esprimere il loro dissenso, diritto garantito in qualsiasi stato che si possa definire democratico”, conclude Notarnicola che sottolinea: “Massima solidarietà agli studenti aggrediti”.
Fracassi, Flc: oggi si è superato il limite
Sui fatti è intervenuta anche Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil: “Dopo mesi in cui si sono succeduti episodi simili, oggi si è superato il limite. Non possiamo accettare l’idea che nel nostro Paese venga limitata la libertà di manifestare pacificamente, soprattutto se a pagarne le conseguenze sono i ragazzi e le ragazze”.
"Crediamo – continua la sindacalista – che il governo debba rispondere di questa gestione repressiva. Come Flc Cgil sosteniamo e sosterremo i ragazzi e le ragazze di questo Paese contro chi li vorrebbe ‘zitti e buoni’, perché crediamo fermamente che l’espressione e la manifestazione pacifica delle proprie convinzioni e del proprio pensiero siano un elemento fondante della democrazia".
Presa di posizione anche della segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito.“Una violenza ingiustificabile e totalmente gratuita, una vera e propria repressione che si genera dalla precisa strategia di un governo che non tollera il dissenso e lo reprime calpestando la nostra Costituzione”.
"Alle studentesse e agli studenti caricati oggi dalle forze dell’ordine, a Pisa e a Firenze, come le immagini cruente che abbiamo visto dimostrano, va la nostra totale solidarietà. Saremo baluardo a difesa della Democrazia e della Costituzione, contro queste pulsioni repressive e antidemocratiche”, conclude la sindacalista.
Fiom: responsabilità di Governo e Piantedosi
“La Fiom-Cgil nazionale esprime piena solidarietà alle studentesse e agli studenti manganellati oggi. Non è accettabile che in Italia il diritto e la libertà delle persone a manifestare possa essere negato in alcun modo, tanto più con forme di violenza inaudita come accaduto tristemente oggi”, dichiara in una nota la Fiom Cgil nazionale.
“Su quanto avvenuto – continua il sindacato – pesano le responsabilità del Governo e del Ministro Piantedosi che hanno agito per reprimere le sacrosante istanze democratiche e di pace delle studentesse e degli studenti”.
Il Rettore di Pisa: profondo sconcerto
Reazione dura anche da parte del rettore dell’università di Pisa, Riccardo Zucchi. In una nota, ha espresso "profonda preoccupazione e sconcerto per gli scontri avvenuti questa mattina nel centro della città, che hanno causato a quanto pare il ferimento di studenti universitari e di studenti delle scuole superiori".
L’università, prosegue la nota, "In attesa di ricevere chiarimenti sull'accaduto e sull'operato delle forze dell'ordine auspica che tutte le autorità competenti intervengano per garantire la corretta e pacifica dialettica democratica, tutelando la sicurezza della popolazione e della comunità studentesca".