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“Persistono molti dubbi sulla reale efficacia delle misure del governo al contrasto della pandemia da Covid 19 in materia di gestione scolastica. L’avevamo già detto l’estate scorsa: sarebbe stato fondamentale non farsi cogliere impreparati da nuove varianti e non eliminare quindi misure precauzionali a partire dal distanziamento e dallo sdoppiamento delle classi”. Ad affermarlo la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi e il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli.
“Dai comunicati ufficiali del governo rileviamo - proseguono i due dirigenti sindacali - che le procedure indicate sono basate sulla tempestività ed efficacia dei tracciamenti che, in questo difficile momento, le Asl non sono più in grado di assicurare”.
Per Fracassi e Sinopoli “l'aggravarsi di tale situazione rischia di rendere inefficace la sorveglianza con testing nella scuola primaria, tra l’altro previsto già dalla scorsa estate e mai attuato. Per la scuola secondaria, l’autosorveglianza fino a due casi di positività, con la differenziazione del trattamento tra alunni vaccinati e non vaccinati, oltre a non essere accettabile, non è neppure praticabile in quanto le scuole non sono in possesso del dato relativo agli alunni vaccinati, e inoltre renderebbe ancora più complessa la gestione della didattica”.
“Non si comprende - affermano la vicesegretaria generale della Cgil e il segretario generale della Flc Cgil - la scelta che differenzia in base al numero dei contagiati l’eventuale accesso alla didattica digitale a distanza. La domanda è semplice: quale è la base scientifica che indica di aspettare due o tre contagiati prima di intervenire per tutelare gli altri alunni e il personale?”
Secondo i due dirigenti sindacali “è prioritario prevenire il contagio, che sarà crescente anche per il personale scolastico, e quindi procedere con i tamponi e la vaccinazione anche utilizzando la didattica da remoto con questa finalità. Rendere disponibili le mascherine Ffp2 per tutti personale e studenti. Una campagna che preveda la possibilità di vaccinarsi a scuola con l’attivazione di un presidio sanitario dedicato”.
“Rischiamo invece di trovarci, ancora una volta, in una situazione in cui tutte le difficoltà di gestione dell’aumento dei contagi ricadranno sulle scuole. Tutto questo a causa di scelte mancate in termini di organico aggiuntivo, spazi, strutture adeguate e per l’insufficienza del personale che possa far carico tempestivamente dei tracciamenti. Basta con le mezze misure o con le impuntature ideologiche, adesso è necessario agire con pragmatismo affinché - concludono Fracassi e Sinopoli - sia garantito il diritto all’istruzione e la sicurezza e la salute di tutti e di tutte”.