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“Il passaggio più rilevante delle motivazioni della Corte Costituzionale in merito all’inammissibilità del referendum sull’Autonomia differenziata è il seguente: ‘In definitiva, la sentenza n. 192 del 2024 ha eliminato gran parte del disposto normativo di cui alla legge n. 86 del 2024, incisa nella sua architettura essenziale, lasciando in vita un contenuto minimo’. Di fatto, la legge Calderoli, anche grazie alla mobilitazione straordinaria che è stata messa in campo, non esiste più”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
Per questo, spiega il sindacalista, “stupisce l’esultanza di chi chiedeva il trasferimento di tutte e 23 le materie previste dalla riforma del Titolo V - con un’interpretazione dell’articolo 116, comma terzo della Costituzione che abbiamo sempre definito eversiva - e adesso chiede di accelerare come se nulla fosse successo”.
Da parte sua la Cgil, “insieme a tutte le forze sociali, politiche e associative che hanno dato vita al Comitato promotore del referendum abrogativo, continuerà il suo impegno per contrastare il disegno politico che minaccia l’unità e la coesione sociale del Paese, vigilando affinché la sentenza della Consulta n. 192 del 2024 venga attuata alla lettera e rispettata nella maniera più rigorosa”, conclude Ferrari.