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L’Aamod partecipa convintamente alla preparazione della manifestazione del prossimo 7 ottobre e sarà in piazza con passione e speranza. Del resto, l’Archivio ha un antico e consolidato rapporto con la Cgil, fondato su una costante e fattiva collaborazione sui temi del lavoro e della storia operaia.
Non a caso Bruno Trentin è stato tra i soci fondatori dell’allora Associazione nel 1979 (si chiamava ancora Asamo, Archivio storico audiovisivo del movimento operaio), divenuta Fondazione nel 1985. E proprio in quell’anno fu firmata la prima convenzione con la Cgil da Luciano Lama e Cesare Zavattini.
Nel frattempo Rinaldo Scheda era diventato socio garante, partecipando attivamente alle iniziative. Nel 1993 fu sottoscritto un protocollo di intesa e la stessa convenzione venne rinnovata nel 2000 con Sergio Cofferati, e poi con Guglielmo Epifani, Susanna Camusso e, da ultimo, con Maurizio Landini. Seminari e ricerche si sono susseguiti nel tempo, comprendendo anche intese con la Fiom (con un seminario di analisi sul Novecento) e il sindacato dei pensionati, oltre allo scambio delle opere filmiche.
Ecco perché troviamo giusto e persino naturale contribuire alla riuscita della grande giornata del 7 ottobre. Ci riconosciamo nei punti del programma, condiviso con le numerose sigle che hanno sottoscritto il documento, e crediamo indispensabile coniugare la difesa dei sacrosanti diritti di lavoratrici e lavoratori con la tutela dei beni comuni sanciti dalla Costituzione: dalla scuola, alla sanità, alla cultura, all’ambiente, all’informazione libera. Altrettanto doveroso è perseguire con assoluta determinazione l’obiettivo della pace e dell’apertura di seri negoziati per il cessate il fuoco in Ucraina.
L’Archivio intende per parte sua sottolineare l’importanza della lotta contro i tentativi della destra al governo di condizionare i mondi della cultura e di imporre presunte “contro-narrazioni” e forme inquietanti di revisionismo storico. La volontà di occupare la Rai o di mettere le mani sul cinema (come è accaduto con il cambiamento dei vertici del centro sperimentale) dà l’idea di quale disegno stia incubando.
Questo è uno dei motivi cruciali per cui sentiamo il dovere civile e morale di essere presenti alla mobilitazione. Uniremo la voce dell’Aamod al grido di dolore che viene da un universo in crisi, sempre più popolato da disoccupazione e precariato, nonché da lavori intermittenti privi di tutela. Diciamo no al pensiero unico omologante che oggi è propalato a piene mani. Crediamo fino in fondo nel valore del pluralismo e dell’autonomia della creatività.
Gli archivi, che difendono e aggiornano tecnologicamente i materiali di un passato da non rimuovere, meritano di essere considerati istituzioni strategiche e importanti. Gli archivi non sono un sapere polveroso bensì, come diceva Cesare Zavattini, un essere vivente.
Senza memoria vince la dittatura dell’istantaneità, imposta da algoritmi e intelligenza artificiale. I rischi di autoritarismo e di regime passano pure da qui, in una nuova contesa per l’egemonia e per l’immaginario del futuro.
Vicenzo Vita, presidente Aamod