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Le organizzazioni sindacali di categoria e le associazioni datoriali di settore esprimono insieme profonda preoccupazione per il testo della Delega al Governo in materia di contratti pubblici, approvato in Commissione Ambiente della Camera. "Non si può infatti non stigmatizzare l'assenza di modifiche alla norma sulle concessioni, rimasta inalterata rispetto alla versione uscita dal Senato. Già all'indomani dell'approvazione del testo al Senato avevamo denunciato come un emendamento sulle concessioni introducesse nuovamente il principio su cui si basava il precedente articolo 177 del codice degli appalti che in sostanza obbligava le imprese titolari delle concessioni a esternalizzare l'80 per cento delle proprie attività, principio che la Corte Costituzionale ha bocciato solo pochi mesi fa", denunciano Filctem Cgil, Femca e Flaei Cisl e Uiltec Uil..
"In barba alle decisioni della Consulta, il Parlamento continua a riproporre, di fatto, lo stesso obbligo che, evidentemente, alimenta gli appetiti di una parte del sistema imprenditoriale, ma mette in seria difficoltà il sistema d'imprese che gestisce servizi fondamentali. Si tratta di un intervento che frammenta il sistema, compromette la continuità degli investimenti e la garanzia di efficienza, efficacia e qualità nell'erogazione dei servizi, ma soprattutto mette a rischio livelli occupazionali e condizioni di lavoro. Se assunta, tale scelta rallenterebbe poi fortemente gli obiettivi della transizione energetica", aggiungono i sindacati.
"Facciamo appello a tutte le forze politiche affinché si faccia un passo indietro sull'articolo in questione abrogando il vincolo dell'obbligo all'esternalizzazione nei servizi d'interesse economico generale, nell'ambito dei principi su cui dovranno basarsi i decreti attuativi", concludono le sigle di categoria.