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Indecente. Una parola sola, quella scelta dalla segretaria provinciale della Fp Cgil di Padova, Roberta Pistorello, è sufficiente a chiarire i contorni di una vicenda che ha dell’incredibile. Accade alla Codess, cooperativa con 50 dipendenti che ha in appalto il servizio di assistenza domiciliare per il Comune. Lavoratrici, per lo più, che operano a favore di anziani in difficoltà, e molto spesso soli, a cui consegnano pasti, fanno servizio di lavanderia e di pulizia. Alcune anche con 15 anni di servizio alle spalle. Negli ultimi mesi si sono viste collocare in Fis (Fondo di Integrazione Salariale) mentre, contemporaneamente, Codess si rivolgeva alle agenzie interinali per avere lavoratori a basso costo, e senza neanche l'onere di doverli assumere.
“Il Comune deve intervenire. Ci sono lavoratori – prosegue Pistorello – che con la diminuzione delle ore si sono ritrovati con 400 euro in meno nelle loro già magre buste paga. Padri e madri di famiglia che adesso sono in difficoltà a sbarcare il lunario. A rendere la situazione ancora più vergognosa – conclude la sindacalista della Fp Cgil – è la disinvoltura con cui Codess ha approfittato dell'emergenza Covid-19 per richiedere, alla pari di tantissime aziende e cooperative realmente in difficoltà, gli ammortizzatori sociali per quelli che ipocritamente chiama i suoi soci lavoratori, mentre, nel frattempo, prendeva in prestito operatori dalle agenzie interinali. Un quadro sconfortante, che le Istituzioni non possono lasciare intatto. I lavoratori non sono merce, sono persone e meritano rispetto. Un concetto a cui Codess dimostra, ancora una volta, di essere impermeabile".
L’azienda non è nuova a questi comportamenti. Nelle scorse settimane la Funzione Pubblica si era già attivata in difesa degli addetti. La Codess aveva invitato i lavoratori a donare ai colleghi in Fis un numero a scelta di giornate di ferie o di permessi da versare in un fondo di solidarietà aziendale. “Non abbiamo nessuna garanzia che questo fondo”, era l’allarme lanciato dal sindacato, “venga utilizzato a favore di quei lavoratori. Eppure questi stessi lavoratori, attraverso la formula del silenzio-assenso, rischiano di vedersi trattenere lo 0,33 per cento della busta paga”. Non è tutto. Codess, infatti, dopo essersi rifiutata di anticipare il Fis ai propri dipendenti, ha chiesto a quanti hanno continuato a lavorare di rinunciare al premio di 100 euro previsto dal Dl Cura Italia per farlo confluire nel Fondo di Solidarietà. Persone che hanno una busta paga di circa mille euro, in prima linea nel corso di questa emergenza, in alcuni casi abbandonati a sé stessi e senza essere stati forniti dei Dispositivi di Protezione Individuale.