Giorni drammatici per i lavoratori di Città della Scienza. Ieri, 8 settembre, l'assemblea indetta dai rappresentanti sindacali con le segreterie di Filcams Cgil Campania, Cgil Campania e Cgil Napoli per discutere delle difficoltà del presente, acuite dall’emergenza Covid, e le incertezze per il prossimo futuro. “Ad oggi – la denuncia dei delegati – la struttura è ancora ferma e in uno stato di innegabile degrado. Senza interventi e investimenti urgenti questo declino diverrà irreversibile e non potrà che avere esiti nefasti. Il rischio di una chiusura definitiva è dietro l’angolo. Con il commissariamento della struttura, avvenuto tre anni fa, la Regione Campania aveva scongiurato quello che oggi, in assenza di una visione strategica e un serio piano industriale, potrebbe divenire inevitabile".

"Nel contempo – sostengono i lavoratori – constatiamo l’assenza di una direzione generale e l’inadeguatezza delle politiche del personale nonché l’incapacità, o l’assenza di volontà, di progettare una seria riorganizzazione fondata sulla valorizzazione e riqualificazione delle risorse umane. In questo quadro sono forti le preoccupazioni per il futuro, la tutela dei livelli occupazionali e la regolarità delle retribuzioni. Occorre agire subito. Chiediamo urgentemente che si avvii un confronto serio, concreto e costante con la governance per affrontare subito questi problemi.  In assenza di riscontri – avvertono i lavoratori - non potremo fare altro che passare ad una più decisa mobilitazione”.

 

 

“L’assemblea – spiega Andrea Amendola, segretario Cgil Campania – ha lo scopo di imporre la questione di Città della Scienza come strategica dell’area di Bagnoli e di rilancio di questa struttura, anche in una fase difficile come quella che stiamo attraversando. Per questo abbiamo chiesto un incontro alla Regione Campania per rilanciare questa struttura in vista della ripresa delle attività scolastiche”.  “Oggi – dice Walter Schiavella, segretario generale Cgil Napoli, nel video – chiediamo risposte urgenti rispetto ad una situazione divenuta intollerabile. Il futuro di questa struttura è a rischio. La Regione è intervenuta tre anni fa salvandola, ma oggi abbiamo bisogno di progetti, abbiamo bisogno di futuro ma soprattutto abbiamo bisogno che la direzione aziendale si assuma responsabilità e ripristini corrette relazioni sindacali definendo quali sono le prospettive di questa struttura”.