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In Emilia-Romagna esplode letteralmente il numero di ore di ammortizzatori sociali autorizzate. Leggendo i dati dell’Inps su cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) e assegni dei Fondi di solidarietà, nel solo bimestre aprile-maggio di quest’anno sono 131 milioni e la fotografia è parziale, perché le ore possono riferirsi sia a periodi precedenti che successivi. Una cifra ben superiore a quella delle ore autorizzate in tutto il 2010 (il peggior anno della grande crisi) quando furono 118,4 milioni. Superiore persino a quella dell’intero quadriennio 2016-2019, quando furono 121,7 milioni. In sintesi, l’Osservatorio dell’Istituto quantifica il ricorso complessivo nel periodo Gennaio-Maggio 2020 in Emilia-Romagna a 136.442.338 ore di cassa integrazione, di cui quasi 85 milioni di ore tra gli operai e oltre 51 milioni per gli impiegati.
A queste si aggiungono 46.549.396 di ore di assegni dei Fondi di Solidarietà. A livello territoriale, sempre in riferimento ai soli dati della Cassa Integrazione Guadagni, l’aumento maggiore ad aprile-maggio 2020 rispetto allo stesso periodo 2019, si registra a Bologna: più 33.073.426 ore e a Modena, dove le ore in più sono oltre 28 milioni. Altissime maggiorazioni si notano anche nelle altre province. A questi dati vanno sommati il settore dell'artigianato e i lavoratori somministrati, dove gli ammortizzatori sociali non sono erogati dall’Inps ma dai fondi di solidarietà bilaterali.
"Numeri impressionanti”, è il commento della Cgil regionale. “Solo grazie alle lavoratrici e ai lavoratori il Paese è rimasto in piedi. Ora siamo ripartiti, ma occorre farlo nel modo giusto: la Regione metta al centro del nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima la tutela e la qualità del lavoro. Assieme convinciamo poi il Governo ad accelerare i tempi per l'erogazione della Cassa Integrazione, a estendere oltre il 40 per cento l'anticipo Inps per i lavoratori le cui imprese non anticipano la cassa, prolungare gli ammortizzatori e il blocco dei licenziamenti fino a fine anno”.