PHOTO
La giurista Lorenza Carlassare, prima donna a ricoprire una cattedra di Diritto costituzionale in Italia, è morta all'età di 91 anni nella sua casa di Padova, dove era nata il 1 aprile 1931. Numerosi gli attestati di stima e cordoglio per la scomparsa di una costituzionalista di chiara fama, sempre schierata in difesa della Costituzione.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oltre ad esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari, ricorda con affetto il suo primo incontro con la professoressa. “Insieme a lei, a Rodotà, don Ciotti, Zagrebeski e la Bonsanti nel 2013 abbiamo organizzato una grande manifestazione a Roma in difesa e a sostegno della nostra Carta Costituzionale. La via maestra era lo slogan di quella giornata. Lorenza ha dedicato la sua vita prima a riconquistare quei valori e quei diritti e poi per affermarli e praticarli”. Ci mancherà, aggiunge Landini, “la sua lucidità ed essenzialità di lettura dei processi, ma le sue idee continueranno a vivere in tutte le persone che come noi hanno potuto conoscere il suo coraggio e la sua intelligenza”.
Una vita per il diritto
Laureata giovanissima con il massimo dei voti, a 21 anni, ottenne un assegno di ricerca che però le venne sospeso dopo essersi sposata. In passato ha raccontato di quanto fu complicato l'inizio della sua carriera. "L'esame di procuratore l'ho dato subito - spiegò in una intervista - anche se l'avvocato non l'avrei fatto mai. E anche volendo, non avrei potuto fare il magistrato. Era in vigore una legge fascista che escludeva le donne dalla magistratura oltre che da funzioni dirigenziali nella Pubblica amministrazione".
La Costituzione come faro
Professoressa emerita di Diritto costituzionale all'Università di Padova, dopo un lungo insegnamento come ordinario, Carlassare era accademica dei Lincei, oltre che socia dell'Accademia Olimpica di Vicenza e dell'Accademia Galileiana di Scienze Lettere e Arti di Padova. Tra sue opere, oltre a numerose pubblicazioni di carattere scientifico, figurano Conversazioni sulla Costituzione (Cedam, 1996, 2011) e Nel segno della Costituzione. La nostra carta per il futuro (Feltrinelli, 2012), ed ha contribuito alla redazione della Storia d'Italia Einaudi. Allieva di Vezio Crisafulli, Carlassare ha insegnato prima all'Università di Padova, poi a Verona e quindi a Ferrara, per far ritorno infine a Padova, nella cui Facoltà di Giurisprudenza ha insegnato fino alla collocazione fuori ruolo. Nel 2008 ha fondato la Scuola di cultura costituzionale dell'Università di Padova che ha diretto fino al 2019, rivolta ai docenti delle scuole superiori, ai dottorandi di ricerca, agli studiosi, agli avvocati e aperta a tutti i cittadini desiderosi di conoscere la Costituzione. Oltre all'attività scientifica e dottrinaria Carlassare si è attivata in favore della conoscenza e alla difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, con la pubblicazione di opere divulgative, di articoli d'opinione su quotidiani e riviste e con attività sul campo, anche attraverso l'attivismo culturale nell'associazione Libertà e Giustizia, fondata a Milano nel 2002, di cui era socia onoraria e membro del Consiglio di Presidenza.
L’impegno politico
La giurista padovana ha fatto parte della commissione parlamentare per le riforme costituzionali istituita nella XVII legislatura per elaborare proposte di modifica della seconda parte della Costituzione. Si era dimessa l'11 luglio 2013 in polemica con la sospensione dei lavori parlamentari ottenuta dal Popolo della Libertà a seguito della fissazione dell'udienza per il ricorso in Cassazione contro la sentenza del processo Mediaset, un episodio da lei definito come una "un'intimidazione verso la Cassazione". Nel 2014 il Movimento 5 Stelle l'aveva proposta per la presidenza della Repubblica. Successivamente aveva auspicato una svolta nel Movimento 5 Stelle per una conduzione meno autoritaria da parte di Grillo e Casaleggio. Carlassare è stata una delle promotrici dell'appello contro le riforme costituzionali del governo Renzi e nel 2016 si impegnò in prima persona a sostegno del no al referendum del 4 dicembre. Nello scorso gennaio la costituzionalista aveva firmato un appello contro la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale, definita "un'offesa alla dignità della Repubblica e di milioni di cittadini italiani".