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Il tema della legittima difesa periodicamente torna all’attenzione dell’opinione pubblica sull’onda delle emozioni suscitate da cruenti atti di cronaca .L’episodio verificatosi a Catania alcuni giorni or sono, in cui una donna è stata uccisa da una vicina di casa, accende nuovamente i riflettori sull’argomento e offre lo spunto, a distanza di quasi due anni, per stilare un primo bilancio sugli effetti delle modifiche apportate alla disciplina di questa causa di giustificazione, approvata sulla scia del populistico e semplicistico slogan “la difesa è sempre legittima”.
Le puntuali critiche e le forti perplessità sin da subito suscitate dall’istituto riformato, tra i giuristi e gli operatori del diritto, come pure dal Silp Cgil, in numerose occasioni, tra cui il convegno nazionale del 28 marzo 2019 a Roma hanno trovato rituale conferma nella prassi applicativa e nelle pronunce giurisprudenziali susseguitesi numerose in questo lasso temporale. La Corte Suprema di Cassazione, sulla scia di quanto espresso nelle prime sentenze (Sez.I n.39997 e Sez. V n.40414) ha ribadito il perimetro dell’applicabilità, i parametri di riferimento ed approfondito, sviscerandole minuziosamente, tutte le nuove espressioni/condizioni introdotte come il “grave turbamento”.
Il solido e costante orientamento formatosi, frutto di un grande sforzo ermeneutico profuso nell’esegesi del testo normativo all’interno dell’ordinamento italiano, illuminato dalla sapiente guida della Costituzione Repubblicana ed avendo sempre ben presente la cornice costituita dal diritto europeo e internazionale, è contenuto in un profluvio inarrestabile di pronunce degli ermellini che hanno palesato, nella pratica, l’inconferenza della tanto declamata riforma.
In sostanza nulla è cambiato perché la sacralità della vita umana prevale giustamente sempre sulla difesa del patrimonio con buona pace dei moderni paladini giustizialisti.Il messaggio pericoloso trasmesso alla collettività che può essere portata a commettere azioni che non trovano giustificazione nell’ordinamento giuridico è clamorosamente fallito, resta da capire quanto sia penetrato nel comune sentire.
Daniele Tissone è segretario generale del Silp Cgil