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"In una grande organizzazione come la Cgil, che conta 5 milioni di iscritti e decine di migliaia tra dirigenti, delegati e attivisti, è normale che le sensibilità sui vaccini possano essere diverse. Il gruppo dirigente si riconosce però compatto nella convinzione, espressa dal nostro segretario generale Landini, che le parti sociali e la contrattazione non possano sostituirsi al legislatore nella scelta di imporre il vaccino come obbligo. La Costituzione, del resto, parla chiaro, sancendo che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".
Il segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia, Villiam Pezzetta, commenta così le notizie in merito a presunte divisioni del sindacato sul vincolo del green pass per l’accesso alle mense: "È un tema complesso – dichiara – come tutti quelli posti da questa pandemia: l’obbligatorietà del vaccino in sanità e la sospensione di chi non vi ottempera, l’utilizzo del green pass nella scuola, nell’accesso al trasporto pubblico e ai locali, la gestione della privacy. La Cgil, da parte sua, non ha dubbi sull’esigenza di dare il massimo impulso alla campagna vaccinale per ridurre i contagi e accelerare il ritorno alla normalità, così come non ne ha avuti sulla necessità di firmare e applicare i protocolli che garantissero nel miglior modo possibile le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Protocolli che peraltro hanno dato e stanno tuttora dando ottimi risultati. Se è vero che la Cgil e la grande maggioranza dei lavoratori è per la vaccinazione, però, il sindacato non può permettere che vengano discriminati lavoratori che, non vaccinandosi, non violano alcuna norma".
Da qui la convinzione, ribadita da Pezzetta, che l’estensione dell’obbligo vaccinale è una scelta che spetta al legislatore. "Se da un lato la Cgil non sarebbe contraria a una legge in tal senso – chiarisce ancora il segretario – dall’altro è consapevole che le parti sociali non hanno titolo per forzare un obbligo vaccinale attraverso un utilizzo improprio del green pass. Quello che possiamo fare, anche potenziando i protocolli sulla sicurezza, è moltiplicare gli sforzi e gli appelli per sensibilizzare i lavoratori e tutti i cittadini, a partire da quelli nelle fasce di età più fragili e più esposte al rischio di conseguenze gravi, sulla necessità di vaccinarsi, per il bene di sé stessi e della collettività".