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Nelle Marche, il servizio di Pronto soccorso è affidato a cooperative private. È accaduto a Pesaro, Urbino, Senigallia, Fermo, ad Ascoli Piceno e proprio ieri è toccato a Macerata, Civitanova Marche e San Severino. A denunciarlo la Cgil Marche, Fp Cgil Marche e i medici della Fp Cgil Marche. L’accusa che muove la Cgil è che, nel servizio di Pronto soccorso in tutta la regione, interviene il privato per sopperire le carenze del pubblico. Infatti, in queste strutture, manca il personale medico e dunque ci si affida alle cooperative private, che spesso utilizzano lavoratori sottoqualificati. Per esempio, nell’ultimo bando dell’Area Vasta 3, non viene richiesta alcuna specializzazione ma è sufficiente l’esperienza di un anno per far parte dell’organico del Pronto soccorso utilizzando le deroghe previste dalla normativa Covid.
Ma c’è anche dell’altro. Secondo la Cgil Marche, il privato è entrato anche in altri ambiti medici come pediatria e anestesia. Secondo la Cgil Marche, l’emergenza del Pronto soccorso come le altre, è causata da scelte scellerate e da incapacità organizzativa e programmatoria. Alla base, c’è la volontà di non voler affrontare la questione del definanziamento del Servizio sanitario regionale che favorisce derive privatistiche che non sono in grado di fornire risposte adeguate, durature e non qualificate. La Cgil chiede che venga bloccato il business del privato e venga finanziato in modo adeguato il sistema sanitario pubblico. Intanto, su tutta questa partita, il sindacato ha già avviato una mobilitazione nazionale.