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"Nell’economia della provincia dell’Aquila esiste un problema strutturale, che coincide con l’impoverimento crescente delle famiglie e delle giovani generazioni. In una realtà in cui la famiglia è ancora un’istituzione centrale, i dati evidenziano la condizione media di povertà dei pensionati e il mancato accesso al reddito da lavoro della popolazione attiva. Al netto di chi non cerca lavoro o ha rinunciato a farlo, gli occupati percepiscono redditi piuttosto bassi e molte persone che sono disoccupate o inoccupate sopravvivono grazie agli strumenti di sostegno al reddito. Oggi siamo in un fase di blocco dei licenziamenti, per cui a fronte di una mancata ripresa delle attività produttive è lecito aspettarsi una fase di grande sofferenza economica e sociale". E' quanto afferma Francesco Marrelli, segretario generale della Camera del lavoro dell'Aquila.
"Nel 2020 la crisi ha colpito duramente il nostro territorio, a una già fragile economia provinciale si è aggiunta una situazione di estrema difficoltà generata dalla pandemia. Il nostro territorio, già provato dal susseguirsi di eventi catastrofici e da crisi economiche cicliche, vede un pesante arretramento sul fronte economico con una ulteriore riduzione di reddito per centinaia di famiglie e l’espulsione di migliaia di lavoratori precari dal mondo produttivo. Si assiste ad un continuo scivolamento verso una condizione di povertà per interi nuclei familiari, si accentuano le differenziazioni tra reddito femminile e quello maschile e tra le tre macro aree dell’Aquila, Avezzano e Sulmona. Per la nostra provincia l’importo medio mensile della pensione di vecchiaia vigenti al 1 gennaio 2020 è di 855,48 euro, con una importante differenziazione tra uomini e donne, per i primi il valore medio è pari ad euro 995,88, mentre per le donne è pari ad euro 651,34, cioè il 34,5% in meno rispetto agli uomini. Tale importo medio risulta essere il più basso tra tutte le provincie abruzzesi per un valore percentuale dell’11,5% in meno rispetto alla media Abruzzo", continua il dirigente sindacale.
"All’interno della nostra provincia si accentuano le differenziazioni tra territori, il tasso di disoccupazione nel 2019 per Sulmona era pari al 13,3%, per Avezzano all’11,8% e per L’Aquila al 9,6%. Il reddito da lavoro dipendente nel 2018 per i principali comuni della provincia si colloca al di sotto della media nazionale con importanti oscillazioni percentuali. Per l’Aquila il valore medio del reddito da lavoro dipendente è pari ad euro 21375,9, con un 4,36% in meno rispetto al valore medio nazionale (valore medio calcolato per fasce demografiche), mentre per Avezzano 19855,9, con meno 3,95% e per Sulmona 19580, con un meno 5,2%. Per migliaia di lavoratori il reddito a seguito della pandemia ha subito una drastica riduzione dovuta alla sospensione dei rapporti di lavoro tramite l’utilizzo degli ammortizzatori sociali; il confronto della variazione percentuale sull’andamento delle ore di cassa integrazione ordinaria per gli anni 2019- 2020 fa registrare un incremento del 1779%", prosegue il sindacalista.
"La grave sofferenza sociale riscontrata nella nostra provincia viene evidenziata anche dall’utilizzo di prestazioni di contrasto alla povertà, infatti il reddito di cittadinanza interessa oggi il 5,44% della popolazione. È necessario, pertanto, invertire immediatamente la tendenza che da troppo tempo insiste sui nostri territori, partendo da concrete azioni di sostegno ai redditi delle persone, passando per l’incremento dell’occupazione stabile ed il miglioramento della qualità della vita attraverso un potenziamento quantitativo e qualitativo dei servizi alla collettività, quali: sanità, istruzione, trasporti, costruzione di reti materiali e immateriali", conclude l'esponente Cgil.