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A un anno dall'alluvione restano le difficoltà e le fragilità esasperate dalla catastrofe. Non basteranno cerimonie, statue, convegni, a cancellare la verità, la sofferenza, l'indignazione. Le promesse non sono state mantenute e siamo ancora lì a rivendicare le risposte più banali, più essenziali, più scontate ma che ancora non si vedono.
Come Cgil siamo scesi in piazza più volte, insieme alle persone che hanno subito le conseguenze di frane e alluvione e a tante associazioni, comitati e movimenti per chiedere al Governo dove sono finiti quegli aiuti, quei rimborsi al 100% promessi dalla Presidente del Consiglio all’indomani della catastrofe.
Nelle case e nelle attività commerciali di numerose persone colpite dall’alluvione i lavori per ripartire non sono terminati, non sono arrivati i ristori e mancano le condizioni per tornare alla vita prima del 16 maggio 2023. Non ci sono serviti “comandanti in capo”, non ci sono serviti “generali”, le cose anche a Forlì e Cesena, nel nostro territorio provinciale, hanno funzionato, seppure nell’emergenza, le abbiamo viste dove gli amministratori si sono messi a disposizione, dove hanno fatto sistema, dove non si sono chiusi nei palazzi.
Servono urgentemente risposte: chiediamo che vengano inseriti come indennizzabili i beni mobili e gli elettrodomestici danneggiati e distrutti; che vengano semplificate le procedure per richiedere indennizzi, ancora estremamente complesse. Sono necessari uffici commissariali nel territorio che prendano in carico le persone che ancora non sono riuscite a inoltrare le richieste di risarcimento. Chiediamo che gli enti locali vengano dotati urgentemente del personale tecnico, amministrativo e specialistico per la gestione delle complesse fasi della ricostruzione, diversamente le risorse non saranno spese entro i tempi previsti e il territorio non sarà posto sufficientemente in sicurezza.
Dei giorni dell'emergenza non dimenticheremo mai la solidarietà arrivata spontaneamente dalle persone; la solidarietà nata dalla società civile, dalla comunità, è stata straordinaria. Ricordiamo le mattine in cui ci davamo appuntamento a Forlì di fronte alla sede della Cgil per dividerci in gruppi e spalare fango nei quartieri alluvionati, il materiale che mancava e i pranzi preparati dai volontari per chi aveva perso tutto. In assenza di un efficiente coordinamento pubblico dei volontari ci siamo messi a disposizione come società civile e non dimenticheremo mai quei momenti.
E poi ancora a Cesena dove l’amministrazione aveva disposto una adeguata organizzazione con un hub alla Fiera dove le volontarie e i volontari venivano accolti con entusiasmo, organizzati e supportati in ogni necessità e dove come Cgil ci siamo sentiti parte di una comunità accogliente e organizzata.
Centinaia di volontari e volontarie di diverse età, di tutta l’Emilia-Romagna e poi e di tutta Italia, sono arrivati nel nostro territorio provinciale e in tutte le città e paesi alluvionati. Un gruppo eterogeneo che non smetteremo mai di ringraziare perché ci hanno aiutato a reagire davanti a una catastrofe che ci pone con forza di fronte alla realtà del cambiamento climatico e della necessità di modificare urgentemente il nostro modello di sviluppo.
Aiutare la popolazione si è rivelato ancora più complesso alla luce di importanti carenze decisionali che abbiamo registrato in quelle giornate e sulle quali ci siamo espressi sia verso la Prefettura nella mancanza di evacuazione dei luoghi di lavoro già alle ore 13 del 16 maggio sia nei confronti di quelle Amministrazioni Comunali dove si sono registrate importanti lacune e dove diventa urgente rivedere i piani emergenziali e riconoscere con onestà intellettuale e responsabilità verso la popolazione ciò che non ha funzionato.
Un abbraccio infine lo rivolgiamo alle tante persone che hanno vissuto tutto questo, insieme, prima o poi, vedremo arrivare il sole.