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"La sentenza del Tribunale di Trento che riconosce il diritto al percepimento dell’Assegno Unico e Universale per figlie e figli di una cittadina non Ue titolare di permesso di soggiorno in attesa di occupazione, è di fondamentale importanza non solo per il caso in specie, ma perché conferma la natura discriminatoria dei rigetti dell'Inps per richiedenti nella medesima condizione giuridica". È quanto dichiara la Cgil in una nota a commento della sentenza del Tribunale del capoluogo trentino, pubblicata il 19 settembre scorso, che accoglie il ricorso presentato dal patronato Inca Cgil con l'intervento di Asgi.
"L'Inps, che riteneva che la tipologia del richiedente in questione non rientrasse tra quelle che davano diritto al pagamento dell'assegno, ora dovrà emanare una nuova circolare - spiega la Confederazione - nella quale venga espressamente ricompreso il permesso di soggiorno in attesa di occupazione tra le fattispecie previste per il percepimento dell’Assegno e a rivedere tutte le domande analoghe rigettate. Per il giudice infatti - si sottolinea - la decisione dell'Istituto è da ritenersi discriminatoria in quanto viola il principio di parità di trattamento fra cittadini dell'Unione e stranieri soggiornanti in Ue titolari di permesso unico lavoro ".
"La Cgil saluta con estrema soddisfazione la sentenza, che conferma quanto da sempre da noi sostenuto", si legge infine nella nota.