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Secondo un relativamente recente sondaggio Ipsos realizzato per Aned - 750 interviste online (su 1.453 contatti), mediante sistema Cawi, eseguite dal 18 ottobre al 2 novembre 2016 - la maggioranza (66%) dei giovani italiani (uomini e donne di età compresa tra i 16 e i 25 anni) pensa che il fascismo sia stato “una dittatura da condannare in parte, ma che ha portato anche benefici”.
E la situazione cambia poco modificando il target di riferimento o la datazione del sondaggio. Un italiano su cinque pensa che Mussolini - al netto di qualche errore - alla fine sia stato un buon politico, “un grande statista”.
Secondo un’indagine di Eurispes del 2020, l’affermazione secondo cui “molti pensano che Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” trova il consenso del 19,8% degli italiani.
Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono: “Gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “Siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “Molti italiani sono fascisti” (12,8%), “Ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%).
Facebook ospita più di 2.700 profili di propaganda fascista. Almeno 300 inneggianti a Forza Nuova e Casa Pound. Dalla nostalgia per il ventennio agli improbabili, quanto storicamente errati, meriti della dittatura, ce n’è davvero per tutti i gusti.
I numeri dell'orrore fascista
Ma come è possibile tutto questo? Tra partigiani e soldati italiani sono caduti combattendo durante la Seconda guerra mondiale almeno 300 mila uomini.
Le donne partigiane combattenti sono state 35 mila. 4653 di loro sono state arrestate e torturate, oltre 2750 deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate, 1070 cadute in combattimento. Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste sono state oltre 10000. Ancora di più gli ebrei italiani deportati.
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 solo nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi con la complicità degli italici fascisti hanno massacrato circa mille persone. Milioni di morti, una guerra disastrosa, l’infamia delle leggi razziali, la vergogna dell’occupazione coloniale, una politica aggressiva e criminale, l’azzeramento di ogni opposizione e libertà.
La responsabilità del delitto Matteotti
Cos’altro sarebbe dovuto succedere per convincere gli italiani che il fascismo è stato una rovina? Che Mussolini non era una brava persona. Che non ha fatto cose buone. Se non volete dare retta a noi (LEGGI), provate almeno ad ascoltare lui.
“Ma poi, o signori - diceva il 3 gennaio 1925, sei mesi dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, alla Camera dei deputati quello che ancora in tanti chiamano “il duce” - quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi”.
Cosa altro abbiamo da aggiungere?