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“Caro ministro siamo seri, qui non si è risolto un bel niente”. Il ministro è quello degli Esteri, Antonio Tajani, e a parlare è il cantautore Daniele Silvestri, ma non è un suo nuovo brano bensì l’appello, l’ultimo in ordine di tempo, di uno degli artisti che si battono contro lo sfratto dell’Officina Pasolini di Roma. Si tratta di uno spazio culturale situato nei pressi della Farnesina nel quale si trova un “laboratorio di alta formazione artistica del teatro, della canzone e del multimediale della Regione Lazio, attivato a partire dal 2014 attraverso finanziamenti europei e gestito da DiSCo, Ente regionale per il diritto allo studio e la promozione alla conoscenza”. Inoltre in questa palazzina dell’ex-Civis ci sono anche decine di posti letto per gli studenti.
Quando le istituzioni remano contro
La decisione del ministero degli Esteri di riappropriarsi dell’edificio risale al 2017, per darla in uso all’Agenzia della cooperazione e dello sviluppo, probabilmente per dare vita a una foresteria e creare uno spazio di parcheggio delle auto blu. Nel 2022, proprio mentre gli studenti si mobilitavano contro l’emergenza abitativa, un documento della Regione comunicava che Officina Pasolini sarebbe stata spostata in una palazzina che dista pochi metri, dalla palazzina A alla B, che però è in condizioni di fatiscenza e completo abbandono.
Nei giorni scorsi la notizia ha avuto l’onore delle cronache perché gli studenti del magazine Generazione hanno portato alla luce il caso, come anche grazie alla mobilitazione di numerosi artisti, alle dichiarazioni di denuncia e mobilitazione di Tosca, supervisore artistico, durante una trasmissione televisiva, e con la raccolta di firme per la petizione "Giù le mani dall'Officina Pasolini". Il ministro Tajani, dal canto suo, ha creduto di rassicurare tutti con una nota nella quale si confermava il trasloco nella palazzina B e che sarebbe stata una situazione ancor più vantaggiosa visto il progetto di ristrutturare il vecchio edificio in disuso.
Inutile spreco
Matteo Fantozzi, direttore responsabile di Generazione, fa notare che Tajani non ha toccato la questione dello studentato, quando invece ci si trova in una situazione di emergenza per la mancanza di posti letto e abitazioni per gli studenti: “È un’operazione folle – afferma – anche perché prevede uno spreco di denaro. Quanto dice il ministro circa la convenienza dell’operazione va dimostrato, perché nell’atto che prevede lo spostamento è scritto che lo studentato sarà ricostruito a Santa Maria della pietà, dove sono previsti gli ostelli per il giubileo, quindi per due anni non sarebbe comunque accessibile. Ora è necessario avere delle garanzie. Non vorrei che la politica si disinteressasse in realtà di una situazione emergenziale che riguarda il futuro dei giovani, compresa la mobilità sociale, in quanto gli alloggi servono principalmente agli studenti che non possono permettersi una casa. Questa vicenda quindi riguarda tutti, non solamente gli studenti”.
Fantozzi parla di un’occasione sprecata perché potrebbe invertire la tendenza rispetto alla mancanza di alloggi. “Ora stiamo dialogando con i collettivi e le realtà studentesche, come Udu, Pds, Flowers in Power, Scomodo e altri, perché solamente così e con tutto l’appoggio del mondo della cultura potremo portare il caso all’attenzione dell’opinione pubblica e influenzare positivamente il decisore politico”.