Puntata n. 17/2024 – Si moltiplicano le cronache che raccontano il caporalato nelle campagne di tutto il Paese

Schiavi al lavoro nel veleno dei fitofarmaci

È successo a Pordenone e ci chiediamo quanti siano davvero i Satnam Singh d’Italia ogni anno e quanti siano ancora vivi e in salute per pura casualità. Nella provincia friulana sono tanti i giovani braccianti stranieri - soprattutto pakistani - a ustionarsi lavorando nelle vigne appena irrorate con i fitofarmaci. Le cronache parlano di notti passate a piangere per il dolore e di bruciature su braccia, mani, gambe e nuche. La denuncia della Flai locale parla di schiavi costretti a lavorare subito dopo i trattamenti o addirittura in contemporanea e a poca distanza. Le ustioni non sono altro che l’effetto del contatto diretto con i fitofarmaci. Lo sfruttamento dilaga in tutta Italia, a Nord come al Sud. L’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil sul caporalato e le agromafie ha stimato che in Italia ci sono 230 mila lavoratori del settore ortofrutticolo che lavorano sotto un regime di caporalato, senza alcun tipo di contratto e diritti.

Un euro solo ti vorrei

Continua a far discutere l’atroce morte di Satnam nei campi dell’Agropontino. Ma sembrano le solite parole di circostanza. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani

Quanti invisibili Satnam si nascondono nella dispensa della nostra cucina? E quanti barattoli di pomodori valgono le loro vite? L’offerta prendi tre e paghi con due morti non vi fa rimanere sullo stomaco il piatto fumante di pasta al sugo davanti al bavero? La grande abbuffata se ne frega di tutto. Della dignità innanzitutto. È allergica ai diritti. Intollerante alla legalità. Complice del Dio profitto che tutto lava. Sangue e coscienza. E tutto copre. Col silenzio e la complicità. Tra lo sdegno e la connivenza c’è una linea sottile. Dalle nostre latitudini la si attraversa con troppa disinvoltura. Il pianto per una vita brutalizzata dura il tempo di un servizio al tg. Da cordoglio a cronaca è un amen. E avanti il prossimo. Lavorateci voi a 90 centesimi l’ora per dodici ore al giorno. Basta la cultura sopraffina di Sangiuliano per capire che se non fermiamo questa barbarie altro che Colombo e Galileo, naufragheremo presto dritti verso l’inferno.

Il coraggio di denunciare

A Modena un operaio ha avuto il coraggio di denunciare la propria condizione di sfruttamento al cantiere, grazie anche al sostegno della Cgil, della Fillea e del Centro lavoratori Stranieri, che hanno fornito aiuto legale e mediazione culturale all’uomo di origine marocchina. Aveva guadagnato 250 euro per 250 ore di lavoro, fate voi il conto. Ed era stato vittima anche di un grave infortunio. Gli è stato riconosciuto un permesso di soggiorno per grave sfruttamento lavorativo della durata di un anno.

Una firma contro tutto questo

Non si arresta la campagna di raccolta delle sottoscrizioni per promuovere i quattro referendum sul lavoro proposti dalla Cgil. I banchetti sono ovunque. Nelle piazze e nelle feste che accompagnano l’estate. Chi vuole può scegliere di aderire online. Centinaia di migliaia di donne e uomini che vogliono cambiare questo Paese ascoltando la Cgil e ripartendo dal lavoro che è la colonna portante della nostra società e della Repubblica hanno già messo la loro firma. Firma anche tu.

I diritti non saranno più gli stessi per tutti

Il presidente della Repubblica Mattarella ha promulgato la legge sull’autonomia differenziata. In base a questo provvedimento Regioni e Province autonome potranno chiedere “regole proprie” su ben 23 materie: dalla tutela della salute all’energia, dai trasporti all’istruzione, cui si aggiungono 14 materie definite dai Livelli essenziali di prestazione (Lep). Un progetto che frantuma l’Italia, differenzia i diritti secondo il luogo di nascita, aumenta le disuguaglianze già esistenti tra Nord e Sud del Paese, mette a rischio i servizi e le tutele per i cittadini. Contro il quale il sindacato promette battaglia.

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