Senza fissa dimora, stranieri, comunità Rom sono a rischio contagio da Coronavirus. Già costretti nella maggior parte dei casi a vivere una condizione di isolamento sociale dovuto alla paura del diverso, adesso sono condannati a un ulteriore isolamento, dato che per loro è impossibile accedere ai servizi essenziali minimi.

“In questo momento di emergenza è necessario non trascurare i più deboli e i più disadattati, che non hanno una casa o non hanno le condizioni per mettere in atto le più semplici regole di sicurezza sanitaria – dichiara la Cgil Campania in una nota –. In regione ci sono circa 3 mila persone senza fissa dimora, alle quali si aggiungono stranieri spesso non censiti. Abbiamo il dovere di preoccuparci di loro, di allargare i servizi di bassa soglia e garantire le migliori condizioni affinché non si creino ulteriori e potenziali incontrollabili focolai di diffusione”.

Per questo il sindacato chiama in causa Prefetture, Asl, Comuni e associazioni perché garantiscano la diffusione delle indicazioni sulle norme di comportamento igienico-sanitario, accompagnata da un supporto territoriale, mantenendo la funzionalità dei servizi essenziali come l’accesso ad ambulatori, mense, servizi per l’igiene, distribuzione di indumenti. “Il clima generale di paura e confusione scoraggia l’accesso alle poche mense ancora aperte, che rispettano le norme emanate – aggiunge il sindacato –. Bisogna istituire e potenziare il servizio di consegna in strada”.

Grande preoccupazione desta anche la condizione in cui vivono le comunità Rom, dove gli assembramenti sono frequenti e di conseguenza anche i rischi di contagio da Covid-19. “Anche qui bisognerebbe vigilare e monitorare le condizioni igienico-sanitarie e fare in modo che siano rispettate le regole sulle distanze – conclude la nota –. Il contesto sociale in cui vivono i cittadini stranieri presenti in alcune zone della Campania rischiano di aggravare ulteriormente la situazione di contagio. Spetta ai Comuni intervenire, non solo attraverso la divulgazione di informazioni chiare e semplici nelle comunità, ma anche con strumenti di sostegno che sopperiscano anche alla mancanza di lavoro occasionale, principale sostegno per queste persone”.