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"Egregio ministro, la situazione sanitaria nella nostra Regione è da allarme rosso". Inizia così la lettera aperta che i sindacati calabresi di Cgil, Cisl e Uil hanno indirizzato al ministro della Salute, Roberto Speranza.
"C’è uno stato di abbandono generale e le strutture ospedaliere non riescono a garantire la continuità assistenziale. Il decreto Calabria è stato fallimentare e le politiche messe in campo dalla struttura commissariale per la sanità nella Regione sono meramente ragionieristiche, contabili, e non interessa a nessuno e in alcun modo mettere al centro degli interventi i diritti delle persone e dei malati. Oggi abbiamo due aziende sanitarie provinciali ( Catanzaro e Reggio Calabria) sciolte per infiltrazioni mafiose, una ( quella di Cosenza) è in grave deficit finanziario", proseguono Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria.
"La preoccupazione che ci possa essere un ritorno dell’emergenza Covid è reale e, ad oggi, non sappiamo in Calabria quanti siano i centri Covid funzionanti e quante terapie intensive e ventilatori siano disponibili. Occorre mettere in sicurezza i cittadini e gli operatori sanitari che sono sempre meno. La carenza di medici, infermieri, tecnici, sta portando alla chiusura di interi reparti ospedalieri in tutta la Calabria, creando tensioni territoriali e grave disagio ai cittadini. La popolazione anziana, i bambini, sono quelli più esposti e colpiti, perchè nel frattempo è stata smantellata la medicina territoriale", scrivono ancora al ministro i confederali.
"Tutti gli impegni assunti dal commissario Cotticelli, in sede di tavolo ministeriale alla Sua presenza e a quella di Cgil Cisl Uil nazionali e della Calabria, sono stati sistematicamente disattesi, a partire dalla condivisione del nuovo piano operativo, dallo sblocco delle assunzioni necessarie, dal processo di riqualificazione e internalizzazione dei servizi in appalto. Niente di tutto ciò è stato fatto, e nel frattempo la situazione sanitaria calabrese si è aggravata. E se qualcuno dice che i costi della sanità in Calabria sono diminuiti è perchè non si fa più sanità: il sistema sanitario calabrese è bloccato, fermo", osservano ancora Sposato, Russo e Biondo.
"Per queste ed altre ragioni, stante la drammatica situazione in cui versa il sistema sanitario calabrese, le chiediamo un urgente incontro per mettere in campo ogni azione necessaria per garantire la salute e la sicurezza dei cittadini e di tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano nella sanità calabrese. In attesa, l’occasione è gradita per porle cordiali saluti", concludono le tre sigle sindacali.