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“L'ipotesi di affidamento anche ai Caf delle funzioni essenziali per l'accesso al reddito e alla pensione di cittadinanza testimonia l'apprezzamento, da parte del governo e dell’Inps, verso un sistema che da oltre 25 anni assicura con competenza e capillarità assistenza a milioni di cittadini”. A dirlo sono i coordinatori della Consulta nazionale dei Caf Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, rivolgendosi con una lettera, tra gli altri, al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio e al presidente dell’Inps Tito Boeri. La Consulta chiede di poter affrontare, attraverso l’avvio di un confronto formale, gli aspetti di programmazione ed economici relativi all’attività che gli oltre 10 mila operatori dei Centri di assistenza fiscale, in tutta Italia, svilupperanno a servizio di quei cittadini che richiederanno i nuovi strumenti per il sostegno al reddito. Ognuno di questi, infatti, dovrà per lo meno dimostrare attraverso l’Isee (ossia l'Indicatore della situazione economica equivalente che, oltre alla dichiarazione dei redditi, acquisisce dati relativi alle proprietà, ai conti bancari, alla situazione economica familiare) di avere le caratteristiche che rendono possibile l’erogazione del reddito o della pensione di cittadinanza.
I Centri di assistenza fiscale richiedono un “adeguato sostegno economico, tale da assicurare il pieno ed efficace svolgimento dell'attività, nell'interesse superiore delle persone e dei nuclei familiari” e, ancora una volta, ricordano come “a oggi, con la scadenza di validità delle attuali Dsu, fissata al 15 gennaio prossimo, la convenzione Isee 2019 non è ancora stata stipulata per l’insufficienza di dotazione finanziaria dell’Inps, che disporrebbe di un tetto massimo di spesa di soli 82 milioni, a fronte di un atteso incremento delle stesse Dsu rispetto al 2018, per effetto delle diverse misure adottate nella legge di bilancio”.
Il riconoscimento del fondamentale lavoro dei Centri di assistenza fiscale di raccordo tra Stato e cittadini, realtà incontrovertibile, è dato dalla presenza delle attività degli stessi Caf in tutte le azioni che negli ultimi 25 anni riguardano gli italiani, perché ne toccano gli aspetti fiscali o di erogazione economica. La Consulta nazionale dei Caf, attraverso i due coordinatori Bagnoli e Soldini, dichiara dunque “l'urgente necessità di affrontare quanto prima l’insieme delle problematiche poste, tra gli altri, ai ministri Di Maio e Tria e al presidente dell’Inps Boeri. Il fine è quello di accelerare il processo amministrativo coinvolgendo nelle scelte operative chi, appunto i Caf, realizza la quasi totalità delle dichiarazioni Isee (ben il 97 per cento). E potrebbero essere per questo, a condizioni sostenibili, sempre i Centri di assistenza fiscale, con il loro capillare lavoro, a rendere ai cittadini maggiormente comprensibile e così più facilmente attuabile una nuova e importante misura per il reddito delle persone e delle famiglie meno abbienti”.