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L’Emilia-Romagna resta con il fiato sospeso. Purtroppo l’allerta meteo in giornata è rossa. Sono già oltre mille gli sfollati e più di ottocento, considerando anche quelli nelle Marche, gli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco. Il vero problema è che non smette di piovere, come ci ha raccontato poco fa Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna.
“Ci sono alcuni territori in cui la situazione è persino peggio di quella che si è verificata un anno e mezzo fa, penso a Modigliana – la città in provincia di Forlì dove “il fiume è esploso”, ha detto letteralmente il sindaco Jader Dardi nella serata di ieri –. Il fatto che continui a piovere, che ci siano tanti allagamenti dovuti anche al fatto che il sistema dei tombini, in parte ancora ostruito dal fango dello scorso anno, non tiri come dovrebbe, il fatto che in tanti punti molti torrenti abbiano rotto gli argini non lascia tranquilla la popolazione. Una popolazione – ricorda Massimo Bussandri – già provata, stremata. Oggi pomeriggio (19 settembre) potremmo ritrovarci in una situazione disastrosa molto simile a quella che si è verificata nel 2023. Al momento non è così, ma non è ancora scongiurato il peggio”.
Cosa chiedete in queste ore? “Noi chiediamo di riattivare tutti i tavoli istituzionali di emergenza che erano stati aperti a suo tempo, dopo l’alluvione del maggio dello scorso anno. Si sta già lavorando con le aziende nei territori più esposti per mettere in sicurezza i lavoratori, evitare gli spostamenti resi più pericolosi per via delle strade allagate. Molte vie di comunicazione e molti ponti sono stati chiusi. Chiediamo di non mettere in pericolo le persone”.
(Foto di Alessio Vacchi, Corinna Armuzzi)
In prospettiva cosa ci dice questo ennesimo evento disastroso in Emilia-Romagna? “Quello che è successo ancora a questo giro ci richiama a una forte attenzione ai piani di ricostruzione. Come ricostruire e con quali criteri è essenziale. Perché quel territorio è fragilissimo da un punto di vista idrogeologico. Si valuti attentamente come viene portato avanti il piano di ricostruzione, dove e con quali criteri ricostruire, come viene utilizzato il suolo di quel territorio è fondamentale e il piano già approntato deve tener conto di quella fragilità”.
"Altro che superamento del Green Deal”
Cosa deve fare il governo? “La situazione climatica e idrogeologica dell’Emilia e della Romagna, in particolare, deve diventare una priorità nazionale. Il governo deve farla diventare tale. Il bilancio della ricostruzione 2023 ancora è fermo: meno della metà delle risorse previste sono state stanziate, messe a terra malissimo, con procedure farraginose, la ricostruzione pubblica è lenta, ma sono pochissimi i privati che hanno avuto i risarcimenti. A danno rischia di sommarsi danno. La Romagna deve diventare una questione nazionale. Altro che superamento del Green Deal come invocato in questi giorni da Confindustria e dagli ammiccamenti con il governo”, punta il dito il segretario della Cgil.
Su questi disastri che impatto avrà l’autonomia differenziata? “Da noi la Regione non ha chiesto nessuna delega ai sensi della legge Calderoli al momento, ma è chiaro che i fenomeni provocati dalla crisi climatica e la gestione del territorio non possono esser confinati nell’ambito di una singola regione. Per questo – ripete in chiusura Massimo Bussandri – la Romagna deve diventare una questione nazionale”.