Una storia di ordinaria emergenza. Il maltempo crea di nuovo disastri in Emilia-Romagna: in quella parte d’Italia è la quarta alluvione in un anno e mezzo.

Bologna sott’acqua

L’hanno chiamata “slavina d'acqua” quella che si è abbattuta sabato scorso, 19 ottobre, a Bologna: 175 millimetri di pioggia in poche ore sulla città, sulla prima collina e nei comuni limitrofi come San Lazzaro di Savena e Casalecchio di Reno. Sotto le due Torri l’acqua ha invaso tutto, le strade sono diventate torrenti. A Botteghino di Zocca, a Pianoro, l’alluvione ha provocato la morte di un giovane di 20 anni, il cui corpo è stato individuato dall'elicottero dei vigili del Fuoco. L'auto su cui viaggiava è stata travolta dalla piena del torrente Zena. Il sindaco Matteo Lepore chiederà lo stato d’emergenza.

3500 evacuati, 15 mila blackout elettrici

Sono almeno 3.500, stando agli ultimi dati in aggiornamento, le persone che sul territorio sono state evacuate già nel fine settimana per precauzione o perché le abitazioni non erano in condizioni di sicurezza. Oltre 2.100 era il dato che, a domenica mattina, fotografava la situazione del capoluogo e della provincia. A queste si sono aggiunte mille persone a Cadelbosco nel Reggiano. I blackout elettrici sono stati più di 15 mila. E 15, secondo le ultime rilevazioni, sono i fiumi che hanno superato la soglia rossa, in alcuni casi toccando livelli più alti dell’alluvione dello scorso anno. Oltre 600 interventi effettuati dai vigili del fuoco in tutte le province della Regione.

Tutti in campo

“Vicinanza a quanti sono stati colpiti in queste ore dalla calamità: alla famiglia del ragazzo deceduto, agli sfollati, a quanti hanno perso casa e beni materiali”. Inizia con queste parole la nota unitaria firmata da Cgil Cisl e Uil di Bologna e diffusa questa mattina, 21 ottobre. I sindacati ringraziano profondamente tutti coloro –  Istituzioni, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine tutte – che si sono impegnati fin dai primi momenti a mettere in sicurezza la popolazione e le infrastrutture civili del territorio e che ancora stanno operando in tal senso sul territorio.

“Come organizzazioni sindacali ci siamo messe a disposizione della Protezione civile in primis e delle Istituzioni, per eventuali loro necessità e per il miglior raccordo con chi anche nei nostri ambiti ha dato disponibilità a ‘dare una mano’. In tal senso rilanciamo l’invito fatto da diverse amministrazioni comunali a compilare le modulistiche per richieste di aiuto e supporto”.

“Nessun posto di lavoro sia perso”

“Come sindacati del territorio metropolitano, che sta vivendo una congiuntura economica delicata, riteniamo indispensabile che nessun posto di lavoro sia perso in conseguenza di questa emergenza, l’ennesima di questi mesi. È indubbio che le notizie e le immagini che vediamo ci portano grande preoccupazione, soprattutto pensando ai comuni dell’area metropolitana il cui territorio è così duramente colpito”.

“Vanno assolutamente salvaguardate – sottolineano con forza Cgil Cisl Uil – tutte le attività produttive, industriali, del terziario e agricole. Auspichiamo pertanto che venga accolta la richiesta di stato di emergenza che le amministrazioni locali attraverso la Regione Emilia-Romagna presenteranno e si attivino conseguentemente tutte le misure per la gestione dell’emergenza, incluse quelle relative alla protezione del lavoro, a partire dagli ammortizzatori sociali, nei confronti di chi è impegnato nelle attività legate all’emergenza o è impossibilitato a recarsi al lavoro in questa fase a causa dei fenomeni alluvionali o franosi”.

Anche per questo le confederazioni territoriali seguiranno i tavoli di confronto e monitoraggio che si sono avviati nella Città Metropolitana tra Istituzioni locali, organizzazioni sindacali e associazioni di impresa per affrontare il futuro delle opere necessarie per la messa in sicurezza del territorio a partire dal “Piano speciale per la ricostruzione” in discussione in questo momento.