PHOTO
"Dal 1901 al 2021 la strada è stata lunga, a volte accidentata, ma anche straordinariamente avvincente e bella: la Cgil di Bergamo compie 120 anni, una storia che ancora non è finita, densa di impegno, lotte, diritti da rivendicare e garantire". Con queste parole inizia il comunicato della Camera del Lavoro cittadina che annuncia la notizia di questo compleanno importantissimo e dà conto delle iniziative messe in campo per ricordarlo. (Per rivedere la diretta clicca QUI).
"Per celebrare questo anniversario, il sindacato di via Garibaldi ha pensato a una serie di eventi, tra incontri su temi specifici (come quello già svolto con Nando Pagnoncelli e Gaetano Sateriale) e una mostra fotografica che verrà inaugurata a fine maggio sul Sentierone.
A 120 anni esatti dalla sua fondazione, oggi, 21 aprile, la Cgil invita tutti a un incontro speciale: avrà per titolo “Passato, presente e futuro” (inizio ore 10.00) e farà dialogare giovani lavoratori (tre ragazze e un ragazzo) con la vicesegretaria nazionale Gianna Fracassi (diretta anche su collettiva.it e sui canali social della Cgil di Bergamo, Facebook, YouTube e Instagram. Verranno messe in onda anche immagini dell’archivio storico della Biblioteca “Di Vittorio”, documenti che vengono dal passato, montati per l’occasione).
Introdurrà l’evento Gianni Peracchi, segretario generale della Cgil di Bergamo e, dopo i saluti delle autorità e del nuovo segretario generale della Cgil Lombardia Alessandro Pagano, sono previsti gli interventi di Giacinto Brighenti, Giovanni Barbieri, Maurizio Laini e Luigi Bresciani che hanno guidato la Cgil provinciale dagli anni Ottanta ai primi anni 2000.
La Camera del Lavoro di Bergamo è stata costituita il 21 aprile del 1901 con la sua sede provvisoria nei locali della Società di Mutuo Soccorso in via Zambonate dai rappresentanti della Federazione del libro, della Federazione dei litografi, della Federazione muraria, della Società lavoranti fornai, della Società di miglioramento fra i metallurgici, fra i falegnami, fra i marmisti e affini, della Cooperativa muraria e della Cooperativa lavoranti in ceppo di Brembate.
“Anche se comunicheremo in remoto, abbiamo scelto, per questo evento, di essere proprio nella sede del Mutuo Soccorso da cui la nostra storia è cominciata” ha spiegato Gianni Peracchi, segretario generale della Cgil di Bergamo, presentando l’iniziativa. “Quando abbiamo provato a immaginare la celebrazione di questo anniversario, abbiamo pensato a un filo rosso che caratterizzasse una serie di eventi, ricerche e approfondimenti lungo l’intero corso dell’anno. Ciò con la piena consapevolezza del difficile, drammatico, momento che stiamo attraversando per via della pandemia che, qui da noi, è esplosa con una virulenza incomparabile. È il tempo di un presente complicato che non ci ha però fatto desistere dal rivolgere uno sguardo al passato per trovare forza ed incoraggiamento ad andare avanti”.
La vita della Camera del Lavoro di Bergamo ha subito una brusca interruzione con l'avvento del fascismo, che ne decretò lo scioglimento forzato. Ma già prima era stata travolta dallo scontro tra riformisti e rivoluzionari, conoscendo un lungo periodo d'inattività dal 1904 al 1914, nonostante i ripetuti tentativi per rimetterla in azione e lo sforzo di numerosi sindacalisti per organizzare comunque le lotte dei lavoratori bergamaschi.
Il 15 gennaio 1923 la sezione della Fiom di Lovere viene assalita dai fascisti, che picchiano i dirigenti sindacali presenti e distruggono l’archivio. Un gesto non isolato ma simbolico del lungo periodo di clandestinità che inizia con la dittatura, in cui però i fili tessuti in questi anni, pur controversi e intricati, non si interromperanno: molti dei nomi dei primi organizzatori sindacali si ritroveranno tra quelli dei partigiani combattenti e degli antifascisti militanti. La vita sindacale riprende in maniera significativa in occasione degli scioperi del marzo 1944, almeno da parte di alcune tra le realtà operaie più importanti. Incrociano le braccia anche i dipendenti degli uffici commerciali e di numerose banche: alla fine circa 7500 sono i bergamaschi che mostrano apertamente la loro distanza dal regime.
(Testo storico a cura della Biblioteca “Di Vittorio” della Cgil di Bergamo. Qui di seguito segnalo il link alla ricostruzione completa)