La sorpresa che segue l’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica da Lucia Azzolina lascia subito il posto alle considerazioni pratiche. Il segretario della Flc Cgil Francesco Sinopoli considera un blando tentativo di difesa le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, per distrarre l’opinione pubblica dalle evidenti responsabilità accumulate in questi mesi, frutto di un oggettivo ritardo in termini di interventi e distribuzione delle risorse.

Allora Sinopoli, il sindacato fa sabotaggio?

Se avessimo deciso di fare i sabotatori non saremmo arrivati a questo punto. Abbiamo cercato da mesi di dare indicazioni, sostenendo le nostre proposte con iniziative di mobilitazione, e le risorse sono arrivate: tardi, e poche, con responsabilità da parte del ministero, ma sono arrivate anche grazie a noi. Queste dichiarazioni del ministro appaiono soltanto un pallido e disperato tentativo di spostare queste responsabilità, ma alla fine credo si riveleranno essere un boomerang per chi le ha pronunciate. In condizioni normali ci sarebbe da citare Flaiano, in realtà la situazione è grave e seria.

Nell’intervista il ministro torna sulla contrarietà del sindacato al prossimo concorso. Le cose stanno così?

Il fatto che il ministro provi a giocare su un tema agitato già nei mesi scorsi, che  oggi non ha più alcuna consistenza, è la dimostrazione delle sue difficoltà. Il ministero ha fatto una scelta, secondo noi sbagliata ai fini dell’apertura del nuovo anno scolastico, perché la selezione per titoli avrebbe consentito di facilitare le operazioni e accelerare i tempi. Il concorso straordinario che verrà fatto a novembre, se fatto e novembre, chiaramente non è funzionale all’apertura dell’anno scolastico, E non modifica la qualità del corpo docente selezionato, perché i precari che parteciperanno saranno gli stessi. Quindi tornare su questo versante oggi, agitando la bandiera del merito, non risulta essere altro che un intento propagandistico, avanzato dicendo una cosa falsa..

Quali sono i problemi concreti secondo il sindacato?

Ribadisco che è dal mese di aprile che chiediamo di intervenire su alcuni punti essenziali. Le risorse sono arrivate tardi, soprattutto per quanto riguarda gli organici aggiuntivi e gli spazi nelle scuole. Ci sono attori istituzionali, enti locali, lo stesso ministero dei trasporti per conciliare la riapertura con il trasporto pubblico in particolare nelle grandi città, tutti interlocutori del sindacato per emergenze da affrontare da noi denunciate da mesi. Il problema reale è che l’organico aggiuntivo arriverà troppo tardi, le risorse stanziate non sono ancora interamente disponibili per le scuole, e i dirigenti scolastici non hanno potuto programmare lo sdoppiamento delle classi. Anche le risorse per gli enti locali sono arrivate in ritardo, e alla fine i nodi sono venuti al pettine. Al netto della curva epidemiologica, che preoccupa tutti, abbiamo visto come una scuola a tempo ridotto, con l’utilizzo diffuso della didattica a distanza, sia una soluzione assolutamente impossibile da considerare come sostitutiva della scuola in presenza perché non è scuola, soprattutto per i più piccoli. Di conseguenza ci troviamo di fronte a una realtà preoccupante. In questi mesi quello della Flc Cgil è stato un ruolo di protesta, di proposta e di responsabilità, come ad esempio dimostra la partecipazione alla scrittura e la firma del protocollo sicurezza. Ora aspettiamo il Cts, aspettiamo di essere convocati, per continuare il lavoro fatto sinora.

A pochi giorni dalla riapertura delle aule, l’impressione è che ogni scuola, al di là delle linee guida e in base alle esigenze più urgenti, cerchi di organizzarsi come meglio può, ciascuno a modo suo. 

C’è questo rischio. Avendo potuto far conto di queste risorse solo ad agosto, dopo lo spostamento di bilancio, i dirigenti scolastici sono rimasti senza indicazioni, anche solo sul come richiedere gli investimenti necessari. I soldi sono arrivati due settimane fa, e il punto rimane proprio questo. A pochi giorni dalla riapertura, stiamo ancora assistendo alla mancanza di un coordinamento, a una situazione disfunzionale, a uno scarico di responsabilità su dirigenti scolastici e scuole. Non ci piace essere Cassandre, perché siamo sindacalisti, ma è uno spettacolo triste che avevamo previsto sarebbe andato in scena. Quello che dispiace è che il ministro, e alcuni giornali, ricamino sopra una condizione che richiederebbe il massimo impegno da parte di tutti.

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