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Gli italiani nel 2023 hanno speso 150 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, il 78 per cento in più rispetto a dieci anni prima: una cifra che equivale all’89 per cento della nostra spesa alimentare annuale, a cinque leggi di bilancio 2024, a un po’ meno della spesa sanitaria dell’anno scorso (131,1 miliardi). In pratica è come se nel corso del 2023 ogni persona tra i 18 ed i 74 anni avesse investito in azzardo 1.926 euro.

Cifre gigantesche

Puntando questa enorme massa di denaro, i giocatori italiani hanno perso 22 miliardi, ovvero il 30 per cento in più rispetto al 2013. Sono somme gigantesche, che sembrano ancora più grandi se si considera che in mezzo ci sono stati due anni di pandemia, con la temporanea chiusura delle attività, e una pesante crisi economica, che ha ridotto in modo significativo il potere d’acquisto dei salari.

È quanto emerge dalla seconda edizione del “Libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani” redatto da Cgil e Federconsumatori e presentato il 29 maggio, una vera e propria mappa delle crisi oggi presenti nel nostro Paese limitatamente al gioco online, considerato l’incomprensibile divieto di diffusione dei dati di dettaglio del gioco fisico delle slot.

Cresce l’on line

“Lo sviluppo e l’espansione dell’azzardo, in termini di offerte e soldi veicolati, sono molto preoccupanti - afferma Denise Amerini, responsabile dipendenze e carcere dell’area stato sociale e diritti Cgil -. Ci dicono che c’è stato un aumento della dimensione e del volume e che l’azzardo in rete non ha sostituito quello fisico, anzi gli si è affiancato. Ci dicono che l’on line è lo strumento usato dalle mafie per riciclare denaro sporco e che coinvolge sempre più una platea ampia di giovani”.

In testa Campania, Sicilia, Calabria

Ma dove si scommette di più? Dove i redditi sono più alti, verrebbe da dire. E invece non è così. Se si guardano le mappe e i diagrammi dell’indagine si scopre che è esattamente il contrario: Campania, Sicilia e Calabria nel 2023 hanno sfondato il muro dei 2.000 euro giocati online a testa, neonati compresi. Molise, Puglia e Basilicata lo faranno probabilmente nel 2024. I cittadini del Veneto e del Trentino-Alto Adige giocano in rete pro-capite un terzo di quanto giocato in Campania. Nel Sud e nelle Isole si spende esattamente il doppio rispetto al Nord.

Gli studi dimostrano che “esiste una relazione inversa fra la situazione socioeconomica finanziaria e l’incremento della raccolta complessiva dell’azzardo – si legge nel rapporto -: all’acutizzarsi della crisi (reale o percepita) corrisponde una crescita della propensione al gioco e una conseguente contrazione dei consumi. Motore di questa dinamica, alimentata dalla crescente pubblicizzazione dei giochi legali, è l’idea illusoria di una vincita in grado di garantire la risoluzione in un colpo solo dei problemi economici correlati alla crisi”.

Riciclaggio di denaro sporco

Non solo. L’indagine Cgil-Federconsumatori afferma che una fetta consistente dell’azzardo legale on line è da attribuire al riciclaggio di denaro di provenienza illecita da parte delle mafie . “16-18 miliardi di euro di giocate, cioè il 20-22 per cento delle giocate complessive in rete - spiega Marzio Govoni, presidente di Federconsumatori Modena e tra i curatori del report -. L’esplosione dei numeri dell’on line è spiegata da diversi fattori: il ritorno è più elevato perché se scommetto 100 euro ne perdo solo 6, mentre nel gioco fisico la perdita arriva a 25; se la criminalità organizzata deve ripulire grandi quantità di denaro, oltre ad avere margini migliori, lo può fare molto più facilmente con identità prestanome; l’irruzione di clienti giovani e giovanissimi, dagli 11 ai 18 anni, che hanno un rapporto privilegiato con la rete e questo che consente di aggirare qualsiasi tipo di controllo sociale”.

Rischio sconfitta

Federconsumatori e Cgil riconoscono la meritoria e instancabile attività portata avanti negli anni dalla campagna Mettiamoci in gioco, condividono le proposte di Avviso Pubblico e le richieste avanzate dalla Consulta antiusura San Giovanni Paolo II. “Nonostante tutti gli sforzi - si dichiara nell’indagine - siamo di fronte al rischio concreto di una sconfitta. Il mondo dell’azzardo non è mai stato così forte, e mai così flebile, od oscurata, la voce di chi si oppone alla pervasività dell’azzardo, alla sua estensione sempre maggiore nella società”.

“Questo ci motiva ancora di più ad andare avanti e chiedere una legge quadro nazionale – conclude Amerini, Cgil -, che ponga come obiettivo la tutela della salute individuale e pubblica non l’aspetto meramente economico”.