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"Siamo preoccupati per il prosieguo dell’iter del disegno di legge presentato dal ministro delle Regioni e delle Province autonome, Roberto Calderoli, approvato oggi dalla Conferenza delle Regioni”. Lo afferma, in una nota, la Cgil Nazionale.
“La proposta avanzata dal ministro - prosegue la Confederazione - non prevede le risorse necessarie a ridurre i divari esistenti, non subordina l’iter di approvazione delle intese alla definizione delle leggi di principio per le tante, troppe materie di legislazione concorrente che le Regioni vogliono avocare a sé, non individua i limiti di unitarietà delle politiche pubbliche strategiche cui le intese non dovranno in nessun caso derogare, non esclude dal novero delle materie e delle funzioni decentrabili quelle indisponibili, a partire dall’istruzione e da ogni ulteriore frammentazione nella tutela della salute, non coinvolge adeguatamente il Parlamento in un percorso che ridefinirà l’assetto istituzionale della Repubblica e dello stesso stato sociale”.
Per il sindacato di corso d’Italia “non è, inoltre, sostenibile l’argomento secondo il quale l’autonomia differenziata va attuata perché è prevista dalla Costituzione. La Costituzione deve essere attuata a partire dai suoi principi fondamentali che mettono al centro dell’intervento pubblico la salute, l’istruzione, il lavoro come diritti da garantire in modo universale a tutta la popolazione”.
“Continueremo a contrastare ogni provvedimento che favorisce la frammentazione dei diritti civili e sociali fondamentali, e a mobilitarci per interventi e misure volti, invece, a rimuovere le drammatiche disuguaglianze esistenti, a stanziare le risorse necessarie a ridurre i divari e a realizzare - conclude la Cgil - un sistema perequativo che promuova coesione e solidarietà”.