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"Il nostro Paese, agli ultimi posti in Europa per l’utilizzo della moneta elettronica, ma ai primi per evasione fiscale, segna un grave arretramento nella lotta a quest'ultima”. Questo il commento della vicesegretaria generale Cgil Gianna Fracassi all’approvazione dell’emendamento al "decreto milleproroghe" che riporta nel 2022 la soglia massima all’uso del contante da 1.000 a 2 mila euro.
“Ridurre la possibilità di tracciare le transazioni rappresenta uno straordinario regalo all'evasione, al riciclaggio di denaro, alla criminalità", prosegue Fracassi: "Utilizzare grossi quantitativi di contanti non è certo una necessità di milioni di lavoratori e pensionati, che, anzi, avrebbero tutto il diritto di vivere in un Paese che metta in atto misure volte a garantire che tutti i contribuenti paghino le tasse, come fanno da sempre lavoratori dipendenti e pensionati”.
La vicesegretaria generale Cgil, dunque, chiede che "nel primo provvedimento utile s'intervenga per ripristinare, anzi ridurre ulteriormente, la soglia del contante e, a partire dalla legge delega, si rafforzino le misure di contrasto all'evasione fiscale e di trasparenza e tracciabilità di tutte le transazioni”.
Sul tema è intervenuto anche il segretario generale della Fisac Cgil Nino Baseotto, per il quale la decisione di alzare il tetto per il pagamento in contanti è "un atto sbagliato e grave: l'Italia ha un'evasione fiscale più alta e senza eguali rispetto alla media degli altri Paesi dell'Unione Europea, per questo sarebbe stato necessario confermare il tetto definito nella legge di bilancio del 2019".
Per Baseotto "elevare il tetto per l'uso del contante contraddice le iniziative tese a incentivare l'uso della moneta elettronica che, nel nostro Paese, è ancora molto meno utilizzata che nel resto dei Paesi europei. Il voto del Parlamento costituisce quindi una brutta pagina, rispondendo a logiche che nulla hanno a che vedere con una coerente politica di contrasto all'evasione fiscale". Il segretario generale della Fisac Cgil così conclude: "Ancora una volta dobbiamo constatare come proprio il contrasto all'evasione sia un aspetto quasi del tutto assente nella politica economica e finanziaria dell'attuale governo".