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Una casa per chi lavora per strada, pedalando e correndo a consegnare ordini. Per trovare socialità e ristoro, ma anche consulenza, attivismo, tutela e altre realtà che accolgono e sostengono. È Casa rider di Bologna, a Porta Pratello (via Pietralata 58), nuovo punto di riferimento in pieno centro per i circa 400 ciclofattorini del food delivery che operano sotto le due torri.
Viene inaugurata il 27 marzo ed è aperta tutti i venerdì e sabato dalle 16 alle 20, in orari inusuali, per offrire servizi di conoscenza e promozione dei diritti e della tutela contrattuale, assistenza per la dichiarazione dei redditi, la previdenza, le pratiche. In più i rider potranno riposarsi e aggiustare la bici perché è presente una piccola ciclofficina.
“L’idea nasce da una convergenza con Arci e Caritas, che sono presenti in questo spazio rispettivamente con uno sportello per contrastare la povertà e un centro di ascolto, con cui abbiamo costruito un’alleanza – spiega Michele Bulgarelli, segretario generale Cgil Bologna -. In questi mesi siamo stati impegnati nel rivendicare maggiori tutele e sicurezza per i rider, viste le situazioni di emergenza climatica che la nostra città ha dovuto affrontare e che si verificano in tutta Italia. Per questo abbiamo deciso di investire su un luogo di attivismo di un mondo del lavoro che ha saputo vincere la sfida sul piano culturale: è stata sconfitta l’idea che l’economia delle piattaforme desse maggiore libertà, palesando invece che dietro si annidano sfruttamento e controllo della prestazione lavorativa. Una scommessa che siamo contenti di fare nel pieno della campagna referendaria”.
Bologna si aggiunge all’elenco delle case dei rider aperte in Italia dalla Cgil e dalle sue categorie, Nidil, Filt e Filcams: Napoli nel 2021, Genova, tre case con la prima aperta nel 2022, Palermo nel 2023, Livorno nel 2024, Perugia, 2020, la recentissima Firenze, nel 2025, Torino, 2023, la Spezia nel 2022.
“Vorremmo creare un coordinamento di queste case dei rider, una rete che le metta in connessione – afferma Roberta Turi, segreteria nazionale Nidil Cgil -. Il fatto che si aggiunga Bologna, una città metropolitana, a questo elenco di esperienze positive e diffuse nei territori, è davvero importante. Il Comune si è sfilato, ma è da segnalare la collaborazione con associazioni che si occupano di lotta alla povertà e di migranti: non ci dimentichiamo che al Centro Nord la presenza di persone migranti tra i ciclofattorini è prevalente. La sfida è fare in modo che questi luoghi non siano solo spazi di riposo e assistenza, ma anche posti dove il sindacato e le associazioni possano fornire servizi mirati, luoghi di costruzione di una consapevolezza e una coscienza collettiva”.