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“Lunedì prossimo la Commissione ‘Occupazione e affari sociali’ del Parlamento europeo (EMPL) voterà la relazione legislativa sulla ‘Protezione dei lavoratori dall'amianto’. Si tratta di una occasione imperdibile per dare un segnale forte su questo tema tragico e attuale: i parlamentari italiani sicuramente non se la lasceranno sfuggire, dimostrando di avere a cuore la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini”. Lo dichiarano le segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil.
“Abbiamo inviato una lettera agli 11 parlamentari italiani che fanno parte della Commissione - spiegano – per ribadire che i compromessi concordati dai relatori costituiscono ottime proposte per una migliore protezione dal rischio-amianto. La proposta presentata dalla maggior parte dei gruppi politici, che intende fissare il valore limite di esposizione per l'amianto a 1000 fibre/m3 (0,001 fibre/cm3), è sicuramente condivisibile, perché permette di proteggere efficacemente dal cancro. Un eventuale compromesso al ribasso su questo tema – proseguono - costituirebbe un serio rischio per la salute di milioni di lavoratrici e lavoratori”.
Ogni anno in Italia ci sono oltre 3mila decessi a causa dell’amianto. Tra i lavoratori maggiormente esposti ci sono gli operai edili specializzati alla rimozione dell’amianto, i minatori, gli addetti alla pulizia o allo smaltimento dei rifiuti. Solo nel 2018 l’Inail ha riconosciuto in edilizia ben 292 tumori di origine professionale, di cui 116 mesoteliomi, e 238 altre patologie correlate all’amianto. Inoltre è in crescita la quota di soggetti con esposizione nell’edilizia che desta preoccupazioni anche per la possibilità di esposizioni attuali: dal 12,1% nel periodo 1993-1998, si è infatti passati al 16,8% nel periodo 2011-2015.
“In Italia – denunciano i sindacati – ci sono ancora 24 milioni di tonnellate di amianto. In molti casi si tratta di amianto friabile presente in numerosi siti di tipo industriale e non, tanto pubblici quanto privati. La legge che ha messo al bando l’amianto è del 1992: vuol dire che nei palazzi, nelle case, nei capannoni costruiti prima degli anni '90, nelle tettoie, nelle canne fumarie, nell’aria condizionata, nelle tubazioni dell’acqua, è ancora presente la fibra killer. Ecco perché è fondamentale abbassare il limite di esposizioni oggi, vuol dire salvare la vita a tanti lavoratori e cittadini”, concludono Feneal, Filca, Fillea.