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Non c'è tempo per salvare Alitalia, eppure ancora nuovi ostacoli si ergono lungo la pista per il decollo della nuova compagnia Ita. Il più grosso è certamente il nuovo diktat del Commissario europeo per la concorrenza, Margrethe Vestager. L'esponente dell'Alleanza dei democratici e dei liberali ha intimato lo svolgimento di un'asta europea per gli asset di Alitalia, provando a sbarrare la strada alla trattativa privata per il passaggio a Ita di uomini e beni dell'ex compagnia di bandiera.
Tempi dilatati. Il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, non riesce a nascondere la propria preoccupazione: "L’Unione è stata fin troppo chiara. Ci allarma un eventuale nuovo bando, un documento che ritarderebbe tutto di almeno 5-6 mesi. La soluzione porterebbe a un allungamento dei tempi che questa compagnia non può più permettersi. Alla gara potranno partecipare numerosi soggetti riportando alla ribalta il rischio di uno spezzatino tra operatività, handling e manutenzioni. Insomma, per i lavoratori si riapre una fase che credevamo già chiusa".
L'opposizione dei grandi player europei. In questi mesi si era tornati a ragionare del coinvolgimento dello Stato per fare di Ita la nuova compagnia di bandiera italiana ma la realtà ci pone di fronte alla cassa vuota di Alitalia: la compagnia brucia tra i 40 e i 50 milioni di euro al mese mentre i collegamenti sono al minimo storico causa pandemia. "La situazione è molto preoccupante – sottolinea Cuscito – se non arrivano i 20 milioni di euro dei ristori già richiesti per il mese di novembre, non potranno essere pagati i prossimi stipendi". Poi aggiunge: "Bisognerebbe programmare un piano di ripresa da mettere in campo a partire dalla prossima estate, invece queste nuove interferenze impediscono la partenza della nuova compagnia, a tutto vantaggio delle grandi aviolinee europee come Air France e Lufthansa che stanno facendo valere tutto il proprio peso nelle politiche dell'Unione".
Sindacato sul piede di guerra. Secondo il dirigente della Filt, più passa il tempo, più le prospettive sono a rischio. "Il piano industriale presentatoci nelle scorse settimane era già indigeribile per il mondo del lavoro, si parlava di circa 5 mila assunzioni a fronte degli 11 mila lavoratori oggi in forze ad Alitalia. Oggi si parla di rivedere quel piano ulteriormente al ribasso alla luce dei ritardi, della crisi di mercato e per marcare una maggiore discontinuità tra Alitalia e Ita che aggiri gli ostacoli dell'Unione. Su questo, Cuscito è categorico: "Non accetteremo ulteriori ridimensionamenti. Non si pensi di utilizzare questa situazione per far pagare il conto ai lavoratori. Per questo ci stiamo preparando a una grande manifestazione di tutto il settore del trasporto aereo".