Solidarietà da parte della Cgil Palermo e della Funzione pubblica Cgil Palermo alle due lavoratrici del Comune siciliano, vittime ieri di un'aggressione. La esprimono Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo e Giovanni Cammuca, segretario generale Fp Cgil Palermo, intervenendo sul ferimento di un'assistente sociale e dell'agente di Pm, ferite entrambe ieri da una giovane donna, mentre si trovavano in servizio presso la quarta circoscrizione.
“È l’ennesima aggressione ai danni di un'assistente sociale, categoria professionale che, da anni, funge ormai da parafulmine di un sempre crescente disagio dei cittadini, provati dalla grave crisi economica e sociale – dichiarano i due dirigenti sindacali –. Gli assistenti sociali del Comune, così come la Polizia municipale e tutti gli altri addetti impegnati nell’accoglienza e nel ricevimento del pubblico, devono poter lavorare in sicurezza e con tempi e organizzazione delle attività professionali adeguati alla delicatezza e complessità dei compiti attribuiti. Per tale motivo, chiediamo un incontro urgente al sindaco, affinché siano adottate le misure più idonee per prevenire eventuali altri simili episodi e permettere a lavoratrici e lavoratori di operare in serenità”.
La Fp Cgil ha raccolto lo sfogo di tante operatrici sociali, alcune anche vittime di aggressione in questi anni. “Chiedono ad alta voce – aggiunge Cammuca – che l'amministrazione comunale difenda gli assistenti sociali, che lavorano quotidianamente in trincea, stanchi di assorbire, in molti casi da soli e senza alcuna protezione, l'esasperazione della gente, sempre più stremata da condizioni di povertà. Ci sono assistenti sociali che hanno le chiavi delle strutture dove lavorano e aprono e chiudono loro gli uffici, per garantire il servizio dalle 7 alle 15,30, perché mancano custodi e portieri e una vigilanza adeguata”.
“Siamo sempre da soli – ammette un'operatrice sociale –. Venite a vedere in che condizioni lavoriamo negli uffici dei servizi sociali delle otto circoscrizioni, cinque giorni su cinque. A ognuno di noi è capitato, prima o poi, di dover affrontare qualcuno e subire qualche violenza, con l'emarginazione sociale che c'è in giro. La gente si infila nelle stanze, siamo con le porte aperte. Gli uffici sono alla mercé di tutti. Senza la volontà dei pubblici dipendenti, gli uffici non aprirebbero”.