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Sulla morte di Adnan Siddique aleggia lo spettro del caporalato. L’uomo, un bracciante pakistano, è stato assassinato a coltellate mercoledì 3 giugno a Caltanissetta. Le indagini della procura si stanno però dirigendo verso un movente davvero inquietante: la vittima, trentaduenne di Lahore, si sarebbe fatto collettore per le proteste dei suoi connazionali sfruttati nelle campagne del Nisseno e reclutati, secondo gli investigatori, da chi poi lo avrebbero ucciso per essersi intromesso. Siddique, di recente, aveva anche accompagnato in caserma uno dei braccianti sfruttati per denunciare le aggressioni subite dopo essersi ribellato ai caporali. In carcere sono al momento finiti 4 pakistani, accusati dell’omicidio.
"L'uccisione di Adnan è un fatto gravissimo, soprattutto se, come sembra, dietro l'omicidio ci sono i caporali cui lui si sarebbe opposto prendendo le difese di alcuni lavoratori. Si confermerebbe che nessuna provincia è immune dal caporalato - affermano i segretari della Flai Cgil Sicilia e i Caltanissetta, Tonino Russo e Giuseppe Randazzo -. A questo punto la piena applicazione della legge 199/2016 diventa urgente, per garantire un corretto incrocio tra domanda e offerta di lavoro agricolo e avere finalmente strumenti fondamentali al reale contrasto al lavoro nero, allo sfruttamento e ai drammatici fenomeni di caporalato". Secondo i sindacalisti, anche la sanatoria contenuta nel decreto Rilancio "è uno strumento fondamentale per contrastare i ricatti dei datori di lavoro e dei caporali che si troveranno di fronte, finalmente, uomini e donne con pieni diritti e non braccia da sfruttare".
Questa morte “va onorata proclamando il lutto cittadino”. A dichiararlo sono invece Alfio Mannino e Ignazio Giudice, rispettivamente segretario generale della Cgil Sicilia e segretario generale della Cgil Caltanissetta. “Questo omicidio, cosi violento, non può rimanere isolato dal contesto cittadino così provato dalla notizia e dalla sua crudeltà – dicono -. Proponiamo la proclamazione del lutto cittadino perché pensiamo che la coerenza debba essere il valore principale in tutte le azioni delle Istituzioni che in tante occasioni parlano di accoglienza e integrazione, e non ci sono dubbi che Adnan è considerato da tutti un cittadino di Caltanissetta e non solo perché aveva la residenza e l'aveva da anni, produceva reddito, si era realizzato”.
Se l'ipotesi caporalato dovesse essere confermata, concludono “ci troveremmo di fronte ad un crimine da combattere sul piano culturale, sociale e legislativo. La proclamazione del lutto cittadino è un atto di civiltà nei confronti dei cittadini pakistani/nisseni e un grande messaggio umano al mondo che osserva”.