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Nella Marche, i medici obbiettori rappresentano il 73% dei medici ospedalieri, il 45% degli anestesisti e il 30% di quelli impegnati nei consultori. Lo rivela la Cgil regionale, che oggi è tornata a chiedere alla Regione Marche di colmare "i ritardi accumulati per quanto riguarda l'interruzione di gravidanza farmacologica, che con il 6% è ben lontana dalla media nazionale". Una situazione generale aggravata, secondo il sindacato, "dalla significativa riduzione del numero dei medici ginecologi". Il sindacato interviene così su una questione che vede le Marche, governata da Fratelli d'Italia, sotto accusa sul tema dei diritti civili e su cui è intervenuta nei giorni scorsi anche Chiara Ferragni
Da qui la richiesta di "un cambio di passo", dopo le tante denunce del "comportamento della Regione Marche in merito alla non piena applicazione della 194, una legge di civiltà che tutela la libertà di scelta delle donne la loro autodeterminazione e il loro diritto alla salute", culminate, nel febbraio scorso, con la diffida formale perché fossero applicate le indicazioni del ministero della Salute in merito alla somministrazione della Ru486.
"È necessario intervenire subito - è la richiesta di Cgil Marche - per garantire in maniera omogenea in tutta la regione i servizi per tutelare la salute e i diritti delle donne, ma anche quelli del personale non obbiettore". Per il sindacato "è strategico investire nella rete dei consultori, nell’accesso all’aborto farmacologico, senza che le donne siano costrette ad andare fuori regione o recarsi in cliniche private. Perché non dobbiamo dimenticarci di quanto dolore si cela dietro a queste scelte".
Ma soprattutto dobbiamo guardare alle giovani generazioni per le quali è fondamentale garantire un’adeguata educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole, e l’accesso a concezionali sicuri.
Dobbiamo far rivivere lo spirito autentico della L. n. 194 che afferma la centralità della maternità consapevole, riconoscendo il valore sociale della maternità, e l’importanza della prevenzione", si legge ancora nella nota.
"Siamo convinte che le grandi battaglie fatte dalle donne in tutti i tempi abbiano fatto da traino a grandi trasformazioni sociali, per questo noi saremo in prima linea a difendere 'senza se e senza ma' i diritti delle donne", conclude il comunicato.