Gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti italiane diventano più bassi. Questa l'amara sorpresa che arriva a fine gennaio, o inizio febbraio a seconda di quando si percepisce: nella prima retribuzione dell'anno si troveranno alcuni euro in meno. Perché? Col provvedimento del governo il nuovo cuneo da contributivo è diventato fiscale: questo rende più complicato gli scontri per lavoratori e aziende, ma soprattutto determina un taglio di stipendio rispetto all'anno scorso.

A fare il punto è la testata Italia Oggi, che si sofferma proprio sul nuovo scenario attraverso esempi e simulazioni. Un esempio, appunto: se sei un lavoratore dipendente che guadagna 25mila euro di stipendio lordo annuo, subirai un taglio di 96 euro annui, ovvero 7 euro ogni mese su tredici mensilità.

Tutti penalizzati tranne pochi

In estrema sintesi, ci guadagnano solo poche fasce: coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente molto basso, fino a 8.500 euro, oppure la fascia dai 35mila ai 40mila euro che prima erano esclusi dal cuneo contributivo e quindi con l'ingresso in quello fiscale recuperano qualcosa.

Insomma, l’ormai noto cuneo fiscale del governo in realtà rende gli stipendi dei dipendenti più bassi rispetto al 2024 e “conviene” di fatto solo quelli che non rientravano nel cuneo fiscale. Che restano una minoranza. Ma le nuove regole per accedere – o al contrario restare esclusi – sono molto articolate, vediamole nel dettaglio.

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Cuneo fiscale: chi ne ha diritto

Il nuovo cuneo fiscale riguarda solo i titolari di reddito di lavoro dipendente, esclusi i pensionati, con un reddito complessivo fino a 40mila euro. Per verificare se ha diritto al nuovo cuneo fiscale, dunque, il lavoratore deve di mostrare di possedere un reddito da lavoro dipendente, altrimenti il diritto decade. Deve poi calcolare il reddito complessivo, da verificare attraverso la dichiarazione dei redditi (730 o altri modelli), pari alla somma di tutti redditi in essere dichiarati.

Se le due verifiche sono positive (reddito lavoro dipendente e reddito fino a 40mila euro), ecco che la persona può richiedere l’accesso al cuneo.

I criteri di applicazione

Il nuovo cuneo si applica con due criteri distinti: uno per i titolari di reddito complessivo fino a 20mila euro, con sconto determinato da un’aliquota applicata al reddito da lavoro dipendente; l’altro per coloro che percepiscono un reddito superiore a 20mila e fino a 40mila euro. Lo sconto è in misura fissa: mille euro, che va però riproporzionato per i redditi oltre 32 mila euro.

Per i redditi fino a 20 mila euro

Per il lavoratore il reddito viene calcolato sulle entrate da lavoro dipendente, applicando una di queste tre aliquote: 7,1% se il reddito non supera 8.500 euro, 5,3% se il reddito è superiore a 8.500 ma fino a 15 mila euro, 4,8% se il reddito dipendente supera i 15mila ma non 20mila euro. L’importo finisce in busta paga del lavoratore senza essere soggetto a tasse e contributi.

Per redditi oltre 20 mila euro

Anche in questo caso lo sconto è in misura fissa e viene riconosciuto come un’ulteriore detrazione dell’imposta Irpef pari a mille euro, che deve però essere rapportata al periodo di lavoro. Ciò significa che, in caso di lavoro inferiore a un anno solare (365 giorni), all’interessato spettano 2,74 euro per ogni giorno effettivo di lavoro.

Le tre regole per capire

Entrando più nello specifico, per verificare chi ne ha diritto e quale cifra deve ricevere, in sintesi bisogna attenersi a queste tre regole: a prescindere dall’importo del reddito da lavoro dipendente, se la persona ha un reddito complessivo oltre 20mila e fino a 32mila euro, ha diritto all’ulteriore detrazione di mille euro; a prescindere dall’importo del reddito da lavoro dipendente, se il lavoratore si colloca nella fascia oltre 32mila e fino a 40mila euro ha diritto all’ulteriore detrazione di mille euro, ridotta in proporzione all’incremento del reddito complessivo oltre 32 mila; infine, se il lavoratore ha un reddito complessivo oltre i 40 mila euro non ha diritto di accedere al cuneo fiscale.