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“L’Ottavo Congresso della Federazione Giovanile Socialista - recita la mozione dei delegati riuniti a Firenze il 29 gennaio 1921 - dinanzi ai risultati del XVIII Congresso del Partito Socialista Italiano ed alla costituzione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista, confermando la propria adesione all’Internazionale della gioventù Comunista, delibera di ritirare la propria adesione al Partito Socialista Italiano per aderire, in conformità agli statuti internazionali, al Partito Comunista d’Italia; dichiara di mutare il nome della propria organizzazione in quello di Federazione Giovanile Comunista Italiana”.
Dopo la clandestinità seguita all’affermazione del fascismo e la partecipazione, durante la Resistenza, dei giovani comunisti ad organizzazioni unitarie come il Fronte della Gioventù, la Fgci si ricostituisce nel secondo dopoguerra.
La rinascita della Fgci
Dal 29 marzo al 2 aprile 1950 si svolge proprio Livorno il Congresso di ricostituzione.
Scriveva l’Unità:
Poche ore ci separano dall’inizio dei lavori del XII Congresso della Fgci, in tutta la città la preparazione ha assunto il carattere di un grande avvenimento nazionale e popolare. Lungo tutte le strade, da una finestra all’altra, pendono a migliaia le bandiere rosse (…) Nei quartieri popolari ogni porta è ornata con il rosso di una bandiera, da ogni finestra pendono striscioni augurali e perfino alle insegne dei bar e dei negozi sono appesi falce e martello illuminati da lampadine rosse. Nelle 20 sezioni di Livorno del nostro Partito i giovani compagni muratori danno gli ultimi ritocchi agli addobbi (…), le ragazze ornano di fiori gli ingressi e le finestre in onore degli ospiti che vengono dall’estero e da tutte le regioni d’Italia che per la maggior parte saranno alloggiati presso le famiglie del popolo livornese che, nonostante la miseria in cui vive, ha voluto in questo modo dare un segnale concreto del suo affetto e del suo attaccamento alla grande organizzazione. I delegati sono cominciati ad affluire dalle prime ore di stamane; ricevuti alla stazione dai giovani e dalle ragazze livornesi a mano a mano sono diventali sempre più numerosi, fino a gremire la città di canti popolari, di suoni e di accenti di ogni regione. Tra i rappresentanti delle altre organizzazioni giovanili, accolti da manifestazioni di affetto, sono giunti i delegali della gioventù spagnola e della gioventù austriaca. Essi, insieme ai compagni Enrico Berlinguer, Marisa Musu, Ugo Pecchioli, Bruno Bernini e Silvano Peruzzi, membri della segreteria della Fgci, sono stati ricevuti in Comune dal sindaco che in loro onore ha offerto un ricevimento.
Il racconto prosegue:
Quattrocentomila giovani che hanno fiducia nell’avvenire, che hanno imparato a lottare alla grande scuola del movimento operaio e socialista internazionale (…) 400 mila giovani che sanno quello che vogliono e che giorno per giorno lottano per ottenerlo; 400 mila giovani che costituiscono il tessuto connettivo della nuova società italiana, forti dalla lotta del popolo contro il fascismo. Per quattro giorni, a cominciare da domani mattina, essi discuteranno i loro problemi che sono i problemi di tutta la gioventù italiana ed al loro fianco avranno tutto il nostro Partito, che sarà rappresentato dal compagno Palmiro Togliatti, dai compagni membri della Segreteria, della Direzione, del Comitato Centrale e dai segretari di numerose Federazioni che sono stati invitati ad assistere ai lavori del congresso. Alla fine essi sapranno indicare a tutti i giovani la via sicura per un avvenire migliore. Ne è garanzia il passato della grande Federazione che a centinaia ha dato i suoi Martiri nella lotta contro il fascismo, nella guerra partigiana, nelle lotte del popolo italiano per il lavoro - da Gastone Sozzi a Eugenio Curiel, ai tre giovani ventenni assassinati a Modena - e che a migliaia ha fornito i suoi quadri al movimento democratico e socialista del nostro Paese.
Sotto la guida di Enrico Berlinguer
Alla guida della Federazione viene nominato Enrico Berlinguer, che dirigerà l’organizzazione fino al 1956 - l’anno più difficile per il Partito comunista dal dopoguerra.
Membro della Direzione e della Segreteria, segretario regionale del Pci del Lazio dal 1966 al 1969, Berlinguer entra in Parlamento per la prima volta nel 1968 e al XIII Congresso nazionale del Pci, che si tiene a Milano nel marzo del 1972, ne viene eletto segretario.
“Avanti, dunque, compagni! - diceva aprendo i lavori dell’assise parlando ai 1.043 delegati, rappresentanti di 1.521.028 iscritti - Impegniamo in questa lotta tutte le forze nostre, che sono presenti in ogni dove: dalle fabbriche ai campi, dalle scuole agli uffici, agli stessi apparati statali; dai quartieri delle città ai più sperduti comuni; nei mondo del lavoro ed in quello artistico e culturale. E il nostro appello va anche a quei nostri compagni e fratelli emigrati costretti a cercare all’estero quel pane che le classi dirigenti hanno loro negato. È questo potenziale sterminato di energie che deve essere mobilitato, non soltanto per la prova elettorale che ci attende, ma per un obiettivo più ampio: quello di unire e organizzare i lavoratori italiani in classe dirigente, per costruire una nuova Italia, per avanzare, nella democrazia, verso il socialismo”.