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Da una settimana la città di Catania vive uno stato di emergenza a causa di due drammatici eventi: l’incendio all’aeroporto di Fontanarossa che ha messo in ginocchio lo scalo siciliano più importante e trafficato dell’Isola, e le temperature altissime che hanno superato i 46 gradi causando lunghi e continui blackout. Con abitazioni e aziende senza luce e senza acqua.
Nel frattempo gli incendi estivi si moltiplicano in tutta l’area etnea. Catania si è trasformata in una città invivibile, soprattutto per i più fragili. “Operiamo a pieno ritmo per sostenere i lavoratori di ogni comparto coinvolto in questa fase così delicata, e per fare in modo che nessuno debba pagare conseguenze in termini di sicurezza - spiega il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo -. Anche le imprese rischiano il tracollo se i servizi di energia elettrica continueranno a essere sospesi anche oltre le 24 ore o se saranno erogati a singhiozzo”.
Sul caso Fontanarossa la Cgil di Catania ha chiesto di “prendere misure eccezionali, fornendo informazioni precise alla collettività e assicurando azioni degne di un coordinamento da Protezione civile”. Al momento i voli da Catania sono smistati tra gli scali di Comiso e Trapani con grandi difficoltà per i viaggiatori, e di conseguenza, per il turismo siciliano. “Sebbene i lavoratori dello scalo stiano davvero facendo l’impossibile per diminuire i disagi”.
Lavoratori e imprese in difficoltà alla Zona industriale
La Zona industriale di Catania è quella che in questi ultimi decenni ha dato vita al sogno dell’Etna Valley, grazie alla forza trainante del settore della microelettronica. La STMicroelectonics di Catania, dalla scorsa notte subisce un’interruzione idrica che ha messo in stand-by la produzione. Da tre giorni mancano acqua e luce anche alla Technoprobe e alle Acciaierie di Sicilia, i lavoratori devono operare in condizioni di forte stress termico che potrebbe compromettere la loro salute.
Spiegano Carmelo De Caudo e la segretaria generale della Fiom Cgil, Rosy Scollo: “La STM, sollecitata dalla nostre rappresentanze sindacali, ha attivato prontamente misure emergenziali già da oggi, tra cui il massiccio ricorso allo smart working, l’invito ai lavoratori del primo e del secondo turno ad astenersi dal lavoro, mentre si sta discutendo il da farsi per i lavoratori del terzo turno”.
Le criticità non si fermano qua: alla Technoprobe, azienda leader nel settore delle schede sonda ad alta complessità per il mercato della microelettronica, che ha deciso recentemente di investire su Catania, “mancano l’acqua e l’elettricità da tre giorni e i lavoratori sono stati posti in smart working. Alle Acciaierie di Sicilia i lavoratori devono operare in condizioni di forte stress termico che potrebbe compromettere la loro salute”. La Cgil e la Fiom chiedono alle istituzioni, di intervenire sull’ammodernamento del sistema infrastrutturale della zona industriale che presenta gravi carenze anche nelle fasi ordinarie.
Senza luce e senza acqua. Ma non è “un evento eccezionale”
La Filctem Cgil di Catania denuncia da anni lo stato di insufficienza degli impianti elettrici in città e nei comuni limitrofi. I disservizi si presentano puntualmente ogni anno. Per questo il sindacato dei lavoratori dell’energia, sostiene che “non si doveva arrivare a questo collasso. - aggiunge De Caudo, con il segretario generale della Filctem, Jerry Magno, e il responsabile del comparto, Fabrizio Frixa -. Da parte di Enel viene utilizzato l’alibi dello stato di emergenza in relazione a “eventi eccezionali”. Ma questi erano stati previsti con sufficiente anticipo”.
“Le vaste aree soggette a continui disservizi, con blackout prolungati di gruppi di cabine per i guasti sulla rete media tensione e le numerose interruzioni sulla rete bassa tensione, a causa degli inevitabili, quanto prevedibili, sovraccarichi, stanno lasciando al buio e di conseguenza senza acqua, migliaia di famiglie ogni giorno”.
Gli incendi si moltiplicano ma i vigili del fuoco sono pochi
“Vorremmo fare molto di più e "soccorrere chi chiede aiuto" ma purtroppo i Vigili del Fuoco stanno operando al massimo delle loro possibilità; la carenza di personale qualificato e di vigili con la mansione di autista mettono in ginocchio la macchina del soccorso nella provincia etnea“
Hanno scritto così in una lettera aperta Funzione pubblica Cgil, FNS Cisl, Uilpa e Co.Na.Po. che chiedono un intervento al Prefetto di Catania e a tutti i rappresentanti politici, “affinché la pianta organica del Comando dei vigili del fuoco di Catania, al momento decisamente inadeguata e sottodimensionata possa essere incrementata e adeguata al numero di interventi effettuati ogni anno”. In particolare, i sindacati chiedono che vengano subito colmate le pesanti lacune dovute alla figura dei Capi Squadra (- 60 unità) e degli autisti (-50 unità), “che sono ai minimi storici”.
Le sigle sindacali segnalano come la “carenza cronica di personale operativo e del ruolo tecnico professionale sia stata sempre oggetto di vertenze sindacali negli ultimi anni”, ma anche che “tutte le soluzioni adottate in passato, oggi non sono più percorribili e la nostra provincia è ad alto rischio.
I cantieri ancora aperti nonostante i 46 gradi di temperatura
Intanto la Fillea Cgil di Catania, il sindacato degli edili, ha scritto ai sindaci dei comuni etnei, chiedendo di fermare l’attività nei cantieri “con la possibilità di accedere alla cassa integrazione prevista in materia”, a causa dell’ondata di caldo eccezionale. In queste ore la Fillea si è messa a disposizione anche delle imprese “per aiutarle nella rimodulazione dello sviluppo dell’attività lavorativa e degli orari di ingresso e uscita dai cantieri al fine di mitigare gli effetti delle alte temperature”.
Il segretario generale della Fillea catanese, Vincenzo Cubito, segnala che “soprattutto nei piccoli cantieri, capita di scontrarci troppo spesso con retaggi culturali difficili da sconfiggere che si misurano sulla ricerca del profitto ad ogni costo, anche sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori”.