Il presidente egiziano al-Sisi ha concesso la grazia a Patrick Zaki. La notizia è arrivata oggi, dopo che l'attivista e ricercatore, studente all'Università di Bologna, proprio ieri era stato condannato a tre anni di reclusione dal tribunale di Mansura. Secondo quanto riferisce il quotidiano statale al-Ahram il capo dello Stato, Abdel Fattah al-Sisi, ha concesso la grazia anche a Mohamed al-Baqer, l'avvocato di Alaa Abdel Fattah, il più noto prigioniero politico egiziano. 

Credits: Gianluca Costantini

La storia di Zaki

Dal momento della sentenza si erano moltiplicati gli appelli alla scarcerazione. Il giovane aveva già trascorso 22 mesi di custodia cautelare, trovandosi di fatto in prigione dal dicembre 2021. L'accusa, su cui il procedimento è stato imbastito, era quella di "reati contro la sicurezza" sulla base di un post condiviso dal ragazzo nel 2020. A Zaki non era stato perdonato il suo impegno per diffondere i diritti umani in Egitto.

Nato nel 1991 proprio a Mansura, è stato tra gli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato e attivista per la difesa dei diritti. Zaki ha quindi partecipato all'associazione "Egyptian Initiative for Personal Rights", sempre a difesa dei diritti umani con l'obiettivo di portare democrazia e trasparenza nel suo Paese di origine. Stava frequentando a Bologna un master sugli Studi di genere quando, tornando in Egitto per visitare i parenti, è stato fermato dalle autorità (qui la ricostruzione integrale). 

L'applauso della Cgil: ottima notizia

La grazia a Patrick Zaki "è un'ottima notizia, ci auguriamo che ora possa tornare ad essere un cittadino libero, concludere i propri studi e proseguire il proprio percorso di vita ovunque desideri”. Così la Cgil nazionale in una nota.

“Ne avevamo chiesto l'immediata scarcerazione e la notizia della grazia - dunque - è stata accolta dall'Assemblea generale della Cgil in corso a Roma con un fragoroso applauso”.

La confederazione quindi prosegue: “Continueremo a chiedere l'impegno del governo italiano, dell'Unione europea e delle istituzioni internazionali per ottenere giustizia e verità per tutti i perseguitati politici nel Paese e per il rispetto delle libertà civili, di espressione e sindacali in Egitto, come in molti altri Paesi del mondo”, conclude.

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