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"È passato un mese dall’alluvione che ha sconvolto la nostra Regione, provocando la morte di 15 persone, l’allagamento di decine di città e paesi e lo stravolgimento dell’intero arco appenninico a causa di migliaia di frane. Sono invece 45 i giorni passati dalla prima alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna all’inizio di maggio causando 2 vittime". inizia così un lungo comunicato di denuncia firmato da Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil regionale.
“Come organizzazioni sindacali – dichiara Bussandri -abbiamo accolto positivamente le prime misure emergenziali messe in campo, sottolineando tuttavia fin da subito che non fossero chiaramente sufficienti. A un mese dall’alluvione sono inaccettabili i ritardi e i rimpalli da parte del Governo nella gestione dell’emergenza. Il Decreto annunciato il 23 maggio sta diventando operativo solo in questi giorni e i 2,2 miliardi di euro promessi sono risultati invece poco più di 1 miliardo e mezzo, in gran parte attinti dalla cassa integrazione, dal reddito di cittadinanza e dalle risorse del bonus sociale per il riscaldamento.”
“È inaccettabile – continua Bussandri - che il Governo stia continuando a rimandare a data da destinarsi la nomina del Commissario. Non ci sono ragioni plausibili per questo ritardo: il Governo nomini immediatamente il Commissario straordinario, necessario per garantire i risarcimenti danni e per aprire il cantiere della ricostruzione. Serve – come per il terremoto 2012 – un Protocollo per la legalità e la qualità del lavoro che garantisca di tenere fuori le mafie dalla ricostruzione. E serve anche un Piano per la giusta ricostruzione che, avendo a riferimento gli obiettivi condivisi nel Patto per il Lavoro e per il Clima, ricostruisca quanto è stato distrutto secondo un modello di sviluppo e di cura del territorio economicamente, ambientalmente e socialmente sostenibile.
Come Cgil continuiamo a ritenere necessario che il Commissario sia nominato in continuità con la gestione dell’emergenza, avendo come riferimento il quadro istituzionale regionale e la cabina di regia nel tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima di cui fanno parte gli enti locali e tutte le forze sociali ed economiche. Un modello che dopo il terremoto del 2012 ha dimostrato di essere efficace da tutti i punti di vista: tempi della ricostruzione, tutela della legalità e della qualità del lavoro”.
“È poi urgente che il Governo apra il confronto con le istituzioni locali e le parti sociali per approvare in tempi brevi un secondo decreto per affrontare l’emergenza, stanziando risorse certe e adeguate. Le priorità, a nostro avviso, sono chiare. In primo luogo, il Decreto deve stabilire un principio fondamentale: i danni subiti dalla popolazione e dal territorio saranno risarciti al 100%. Questo è un impegno che lo Stato deve assumersi formalmente di fronte alla nostra gente. Per realizzare quest’obiettivo serve stabilire responsabilità e procedure chiare per accedere ai risarcimenti. Secondo, occorre intervenire in maniera decisa sulle bollette di acqua, luce e gas: la sospensione fino a settembre è insufficiente, bisogna neutralizzare i consumi adoperati per pulire e derivanti da guasti e rotture degli impianti e contestualmente esonerare totalmente dal pagamento delle bollette le famiglie e le imprese che hanno avuto interruzioni significative alle forniture.
Servono, infine, risorse straordinarie per la messa in sicurezza, il ripristino e la manutenzione del territorio (in particolare collinare e appenninico) e delle infrastrutture pubbliche danneggiate o a rischio (a partire da strade, ferrovie, ponti, ecc). Parallelamente – aggiunge Bussandri - chiediamo al Parlamento di affrontare con serietà e capacità di ascolto il percorso di conversione in legge del Decreto 61/23, accogliendo gli emendamenti presentati dal territorio e dalle organizzazioni sindacali.”
“Nel frattempo, serve con urgenza attuare la proposta della Regione per mettere in campo un sistema di prestiti ponte a famiglie e imprese che garantiscano liquidità per le prime necessità in attesa dei risarcimenti. Garanzia pubblica, azzeramento del tasso di interesse, ammortamento in tempi congrui: la Regione ha dato disponibilità ad assumersi responsabilità importanti, è il momento che il sistema bancario faccia la sua parte.”
“Non è più il momento di rinvii e rimpalli – conclude il segretario generale della Cgil regionale -, la nostra gente merita risposte. L’Emilia-Romagna è una terra resistente, in cui vivono persone abituate a rimboccarsi le maniche e a rialzarsi sempre in piedi di fronte alle difficoltà, ma che devono essere trattate con rispetto. Il Governo nomini immediatamente il Commissario e avvii rapidamente il confronto per un nuovo Decreto: servono risorse e risposte adeguate, procedure rapide e la certezza che nessuno verrà lasciato indietro.”