PHOTO
Seguire l’odore dei piccioli”. Questa era l’intuizione di Pio La Torre, sindacalista e dirigente politico che firmò la legge vero spartiacque nella lotta alle mafie. E seguire i soldi fu anche l’assillo di Giovanni Falcone che, appunto seguendoli, riuscì a portare alla sbarra e a far condannare centinaia di capi di Cosa Nostra.
In effetti 200 miliardi del Pnrr fanno gola a molti. A questi si aggiungono gli altri fondi europei e quelli nazionali destinati alle opere pubbliche e agli appalti non per infrastrutture. Che fare, dunque, per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia? I soldi, insomma, e come tutelarli sono il filo conduttore dell’edizione di quest’anno della Summer School organizzata dal dipartimento di Scienze giuridiche della Università Alma Mater di Bologna in collaborazione con la Cgil nazionale. A dirigere la scuola la professoressa Stefania Pellegrini.
"Una responsabilità enorme da parte dello Stato e di tutte le sue articolazioni nel governare questa fase nel modo migliore possibile”. Così Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil. Che aggiunge: “Stiamo attraversando una tempesta perfetta, abbiamo un sistema economico e produttivo estremamente fragile, indebolito dalla pandemia, ma anche dalle crisi economiche pregresse, e oggi messo ulteriormente in discussione anche dalla crisi energetica. E ci sono le difficili condizioni materiali dei lavoratori e dei pensionati. Il Pnrr può e deve essere un'occasione di ricostruzione di protezione sociale ed economica ma allo stesso tempo l'opportunità per una prospettiva che ovviamente deve riguardare la trasformazione del modello di sviluppo. Lo strumento sono gli investimenti pubblici”.
Se questo è, allora fondamentale è il governo di tutto il processo, governo che deve essere fondato sulla cooperazione di diversi soggetti che operano sul territorio e che mettendosi insieme possano costruire non solo protocolli di legalità, ma sovrintendere a tutto il percorso che porta alla realizzazione delle opere e dei progetti. Dice ancora Massafra: “Se il tema degli strumenti di politica pubblica è il tema centrale a cui è affidata la politica espansiva dei prossimi anni, è evidente che serve innanzitutto costruire un livello di partecipazione, confronto e governo della cosa pubblica che non può limitarsi solo alle istituzioni pubbliche, ma ovviamente deve riguardare e coinvolgere anche i soggetti dell'intermediazione e della rappresentanza del lavoro, oltre che, naturalmente, al terzo settore per orientare al meglio quegli investimenti. In secondo luogo, è indispensabile il controllo preventivo di legalità”.
Il sottotitolo dell’edizione di quest’anno della Summer School recita: “L’azione preventiva di monitoraggio dell’infiltrazione criminale mafiosa. Il ruolo delle prefetture”. “Le prefetture – sostiene il segretario della Cgil -. hanno un ruolo fondamentale. Sono i terminali del governo sul territorio. Hanno un ruolo di coordinamento con gli enti locali e quindi possono essere anche luogo naturale per la costruzione di quella governance sociale a cui facevo riferimento. È un ruolo di coordinamento, ma anche di elaborazione in cui vengono poi determinati i presupposti per rendere efficace il controllo di legalità. Non dobbiamo fare altro che in qualche modo proseguire in quel lavoro di costruzione che mette insieme tutti i livelli, quella governance multilivello, appunto, che non può che essere, diciamo la condizione abilitante, la condizione necessaria per avviare una stagione di investimenti pubblici,corretta, di qualità e che soprattutto, guarda le condizioni dei lavoratori”.
E allora che i diversi soggetti istituzionali e sociali “imparino” cosa le prefetture possono fare e quale ruolo possono e devono avere sindacati, terzo settore, soggetti operanti sui diversi territori è fondamentale.
All’odore dei piccioli ci richiamava appunto Pio La Torre e il 13 settembre è il 40 anniversario della promulgazione della legge che porta il suo nome. A quelle norme è dedicata una sessione speciale della Summer introdotta dalla professoressa Pellegrini alla quale parteciperanno tra gli altri, Rosy Bindi e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. E quel giorno sarà anche quello dell’assegnazione del “Riconoscimento in memoria di Pio La Torre”, organizzato dalla Cgil, da Fnsi e da Avviso Pubblico.
Il Premio, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, è finalizzato a valorizzare casi ritenuti di alto valore civile e politico, aventi come protagonisti sindacalisti, amministratori locali e giornalisti che, svolgendo la loro attività, si sono particolarmente distinti nella difesa della democrazia, nella prevenzione e nel contrasto alle mafie, alla corruzione, all’illegalità e per la diffusione di una cultura della legalità e della responsabilità.
All’incontro, presieduto da Stefania Pellegrini, direttrice del Master Pio La Torre in “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie” dell’Università di Bologna, tra i membri della giuria del premio, interverranno: Rosy Bindi, già presidente della Commissione parlamentare antimafia e Presidente della giuria del premio; Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico; Giuseppe Massafra, segretario nazionale Cgil; Mattia Motta, segretario generale aggiunto della Fnsi. Ad aprire il dibattito l’intervento del figlio, Franco La Torre.