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Le anticipazioni giornalistiche di queste ore confermerebbero come la vicenda del nuovo assetto proprietario di Rai way stia procedendo nonostante la crisi di governo. Francamente si fatica a capire sempre di più a questo punto quale possa essere la progettualità infrastrutturale che dovrebbe essere alla base di questo piano, se non per gli aspetti di "cassa" generata a favore di Rai che ne derivebbero e che darebbero risorse all'azienda per finanziare il futuro piano industriale. A maggior ragione di un possibile cambio di compagine governativa a valle delle elezioni, si fanno sempre più stringenti alcuni dubbi che confermano come tutta questa vicenda abbia poco di "industriale". L'intervento sulla governance garantisce nel tempo l'imprescindibile controllo pubblico di questa infrastruttura? Quale rapporto dovrebbe avere questo nuovo polo con la futuribile rete unica di Telecomunicazioni a controllo pubblico, ammesso che qualcuno abbia pensato un nesso fra le due operazioni.
Sembra evidente che tutta questa vicenda stia sempre più assumendo i contorni di una operazione meramente finanziaria che poco ha a cuore gli interessi della collettività. Come Slc Cgil continuiamo a essere molto critici e preoccupati per l'approccio complessivo su un tema così rilevante per la sviluppo del sistema delle comunicazioni e le possibili ricadute in termini occupazionali, di coesione sociale del paese e più in generale della garanzia della universalità di un servizio indispensabile anzitutto alla tenuta del diritto di informazione. A maggior ragione in una fase di assenza di una guida politica, in attesa che si svolgano le nuove elezioni, diventa davvero indispensabile che sia fatta piena chiarezza sul progetto almeno sul piano sindacale.
Con un "contratto di servizio" impostato ma non ancora validato, un piano industriale tutto incentrato su una rivoluzione promessa a fronte della più completa indefinitezza su come finanziarla, nell'attesa che si rinnovino gli organismi di controllo istituzionali e nella totale assenza di un dibattito serio su come dare certezza alla Rai delle risorse economice per poter davvero svolgere a pieno le proprie indispensabili funzioni di servizio pubblico, sarebbe molto più comprensibile che le parti interessate prendessero più tempo per approfondire i temi e confrontarsi con tutti gli stakeholder, a partire dai rappresentanti dei lavoratori interessati, sull'utilità di un piano che sembra più che altro orientato a "fare cassa".
Riccardo Saccone, segreteria nazionale Slc Cgil