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Il nucleo più antico delle opere d’arte presente nella Cgil nazionale, è quello che risale alle corporazioni fasciste: dal 1938 il palazzo di Corso d’Italia, dopo una ristrutturazione, diventa la sede della Confederazione fascista dei lavoratori dell’agricoltura. Dal secondo dopoguerra, con l’insediamento della Confederazione, iniziano ad affluire nel palazzo bozzetti di manifesti, opere lasciate in dono dagli artisti che si impegnano nel sindacato artisti. Lo stesso Giuseppe Di Vittorio decide di comperarne alcune alla XXVI Biennale di Venezia nel 1952. Soltanto nei primi anni Novanta, con l’inventario completo delle opere e la previsione di un primo catalogo, comincia l’organizzazione sistematica, la valorizzazione e l’ampliamento della Raccolta d’arte della Cgil nazionale.
Flusso continuo
Da allora sono affluite decine e decine di tele, sculture, opere di artisti emergenti, opere in omaggio al centenario della Cgil, o grazie all'acquisto da altre raccolte come, nel 2001, con l'importante nucleo proveniente dalla direzione nazionale del partito dei Democratici di Sinistra. E ancora, si è cercato di colmare lacune che una collezione così articolata e formatasi nei decenni, inevitabilmente ha presentato. Per questo motivo negli ultimi anni, un'attenzione particolare è stata riservata alle donne artiste, a lungo penalizzate nel riconoscimento del loro lavoro creativo.
Un amico speciale
È particolarmente rilevante il contributo che, fino dagli anni Sessanta, Ennio Calabria non ha mai mancato di dare alla Confederazione, a tante federazioni di categoria e alla Camera del Lavoro di Roma e Lazio. Sono decine i bozzetti per manifesti da lui realizzati e presenti nella Raccolta, infatti Calabria è fra gli artisti italiani che più si sono dedicati alla creazione di manifesti sulle tematiche culturali e sociali; sono moltissime le opere grafiche e le tele donate alla Cgil. Un rapporto strettissimo che si è anche concretizzato con il suo impegno nella Federazione nazionale lavoratori arti visive Cgil, che lo ha visto segretario generale per quasi tutti gli anni Settanta.
La generosità di Ennio Calabria e il suo lavoro con la Cgil sono una costante che dagli anni Sessanta a oggi non ha conosciuto interruzioni. Lo stesso giorno dell’attentato fascista alla sede della Cgil, il 9 ottobre scorso, dopo aver visto le immagini e la deturpazione che aveva colpito la sua bellissima opera, la reazione dell’artista è stata semplice e immediata: “Ho pensato di donare al sindacato un altro quadro”. Scrive il 13 ottobre 2021 Ennio Calabria al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “Vivo con voi tutti un amaro stupore per questa aggressione vile, ma che vi riconosce capaci di difendere il valore supremo del lavoro umano nelle allarmanti e spaesanti mutazioni in atto”.
Messaggio raccolto
Oggi, a sei mesi dall’attentato, possiamo affermare con sicurezza che il messaggio di Calabria, un’opera del 1972, è indubbiamente attuale e non a caso ha suscitato la rabbia dei vandali: i lavoratori che tengono i fili delle bandiere rosse mosse dal vento, come fossero aquiloni, sono purtroppo ancora un’affermazione di lotta democratica insopportabile alla barbarie squadrista.
Patrizia Lazoi, curatrice della Raccolta d’arte della Cgil