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“L'Unione Europea e la nostra democrazia sono sotto attacco e le prossime elezioni europee saranno un punto di svolta che ci condurrà o verso un'Europa più sociale o verso il declino dell'Unione stessa”. Con queste parole Luca Visentini, segretario generale della Ces, la Confederazione dei sindacati europei (Etuc è l'acronimo in inglese), ha aperto la sue relazione al 14esimo congresso dell'organizzazione, che si sta svolgendo a Vienna.
“Vediamo crescere i partiti dell'estrema destra, i nazionalisti e persino i neo-fascisti – ha detto Visentini – e siamo preoccupati per quello che sta succedendo in Ungheria, in Polonia e nel mio paese, l'Italia, ma anche in Francia, nel Regno Unito con la Brexit, in Germania con l'Afd, in Spagna con Vox e via dicendo”.
“Siamo molto preoccupati – ha aggiunto il segretario della Ces – per le politiche contro il lavoro e contro i sindacati del governo austriaco e questa è la ragione per cui abbiamo deciso, insieme alla ÖGB, la confederazione sindacale austriaca, di tenere il nostro congresso a Vienna, per dimostrare la solidarietà dell'intero movimento europeo ai nostro colleghi e per sostenere la loro lotta contro il governo austriaco di estrema destra. E non nascondiamo la nostra soddisfazione nel vedere il crollo di questo governo, con l'Austria che andrà presto ad elezioni – ha proseguito Visentini – anche se non è rassicurante che ciò accada a causa della corruzione”.
Il segretario Ces ha sottolineato come sia noto che molti dei partiti dell'estrema destra europea siano corrotti e spesso “influenzati da paesi e forze che sono al di fuori dell'Ue” e che vogliono “la dissoluzione del progetto europeo”. Tuttavia, è auspicio del sindacato che i governi espressione di queste forze cadano per ragioni politiche, per la loro “retorica basata sull'odio” e che i popoli “reagiscano in ogni paese contro il fascismo e la xenofobia, in difesa della democrazie e della giustizia sociale”.
Perché ad essere a rischio, secondo il segretario Ces, non sono solo i diritti civili, ma anche quelli sociali. “Prima di tutto la libertà di associazione, di organizzazione e di contrattazione collettiva, che sono pilastri della democrazia”, ha detto Visentini. Eppure, questi “sentimenti negativi” crescono anche “tra i lavoratori, persino tra i nostri iscritti – ha sottolineato – ma faremmo un grave errore se li condannassimo per questo, al contrario abbiamo la responsabilità di comprendere le cause di tutto ciò”.
E allora, secondo Visentini, bisogna guardare alle “ferite lasciate dalla crisi”: disoccupazione, disuguaglianze, povertà ed esclusione sociale, che minano “la fiducia delle persone nel futuro”. “Dobbiamo restituire il futuro alle persone”, ha detto ancora il segretario Ces, “un futuro per i lavoratori di oggi e per i loro figli. Un futuro in cui tutti possano avere un lavoro dignitoso, un salario giusto, accesso a diritti e protezioni uguali per tutti, a una casa, a un sistema sanitario, alla scuola e alla formazione”. Che poi, è “il modello europeo del quale siamo stati orgogliosi per decenni”.
E allora, secondo Visentini, la democrazia europea è a rischio, proprio perché l'Ue ha perso la sua “anima sociale”. Non a caso lo slogan scelto per il congresso della Ces è proprio: “Vogliamo un'Europa più giusta per i lavoratori”, un'Europa “basata su democrazia e giustizia sociale, lavoro di qualità, salari più alti, e una transizione sostenibile ad un'economia digitale e senza carbone”.
Questo richiede “un nuovo contratto sociale”, perché quello vecchio è stato rotto “dalla crisi e dall'austerità”, “sfruttando i lavoratori e mettendoli gli uni contro gli altri”, “dando alla libertà economica più peso che ai diritti sociali”. Un primo importante risultato in questa direzione è rappresentato, secondo Visentini, dal Pilastro europeo dei diritti sociali, del quale il sindacato europeo “è molto orgoglioso”, visto che erano oltre 10 anni che l'Ue non produceva nuova legislazione sociale e che questa “è il risultato di pressioni e negoziazione”.
Visentini ha poi concluso il suo intervento parlando del sindacato europeo: “Un movimento forte e vitale – ha detto – nonostante le sfide poste dalla crisi e dalle politiche di austerità che hanno distrutto milioni di posti di lavoro. Molti continuano a sostenere che i sindacati sono superati, organizzazioni antiche incapaci di interpretare i cambiamenti nella società e nel lavoro. Ma in realtà i sindacati sono una delle fondamenta della democrazia, fondamenta su cui ora vogliamo costruire un rinnovamento”.