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Maggio 2022. Terzo mese di guerra in Ucraina. Efrosinia Aksenova ha 96 anni. È una veterana disabile della Seconda guerra mondiale. Vive nel villaggio (sotto attacco) di Ruska Lozova. La evacuano prima che sia troppo tardi. Esce dalla sua cantina “in accappatoio e con il passaporto in tasca, con una grave condizione mentale, dolori all'anca e una ferita aperta sulla gamba”. Viene trasferita nel sanatorio di Berezivski Mineralny Vody, non lontana da Kharkiv. Nel sanatorio le diagnosticano una frattura del collo del femore. “All'inizio di agosto Efrosinia ha iniziato a sedersi sul letto e poi ad alzarsi. Non sa cosa sia successo alla sua casa e se potrà mai tornare”.
Nello stesso sanatorio ha trovato rifugio Olga Sostina, classe 1986, in fuga dalla città di Dergachi, che racconta: “Il 24 febbraio 2022, alle cinque del mattino, mi sono svegliata a causa delle esplosioni che hanno risuonato nella mia città. Abbiamo capito che la guerra era iniziata. Lo stesso giorno abbiamo fatto le valigie e ci siamo trasferiti da mia sorella maggiore, perché era pericoloso restare a casa. La città veniva bombardata ogni giorno dal nemico e una parte della comunità di Dergachiv era occupata”.
“Il 3 aprile – prosegue Olga - un'onda d'urto e i detriti di una granata nemica hanno danneggiato la casa in cui vivevamo e tutta la famiglia è stata costretta a fuggire in un luogo più sicuro, nella regione di Poltava. Siamo rimasti lì fino al 22 maggio, ma poi abbiamo dovuto trovare un altro posto dove vivere. Ho contattato dei volontari che ci hanno portato al sanatorio. Qui la mia famiglia ha finalmente trovato un rifugio. Riceviamo alloggio, pasti, cure mediche e medicinali gratuiti, qui trascorriamo il nostro tempo libero e lavoriamo”.
Sono solo due tra le tante storie di sfollati interni, vittime del conflitto, aiutati dai volontari del progetto sindacale Solidarnist: Emergenza e solidarietà con la popolazione ucraina, avviato a luglio 2022 dalla Federazione dei sindacati dell'Ucraina (Fpu) insieme a Nexus Emilia-Romagna, Auser Emilia-Romagna e Cgil. Il progetto mira a sostenere gli sfollati interni che soggiornano nelle strutture sindacali trasformate in rifugi per sfollati interni. I sindacati hanno stilato una relazione intermedia che rendiconta i primi risultati del progetto, e racconta, tra le altre, le storie di Olga e Efrosinia.
A oggi – si legge nella relazione – gli “sfollati interni hanno ricevuto alloggio, pasti e sostegno psicosociale gratuiti per 14 giorni presso due strutture denominate ‘rifugi sindacali’ nelle regioni di Volyn e Kharkiv. Una delle strutture è Berezivski Mineralny Vody, l’altra è Shatski Ozera. A Shatski Ozera hanno trovato rifugio 43 donne e 27 uomini, tra cui 24 bambini dai 3 ai 16 anni, 2 adolescenti dai 16 ai 18 anni e 12 persone con più di 60 anni. La persona più anziana ha 77 anni. Nel sanatorio di Berezivski Mineralni Vody (8 edifici con una capacità massima di 590 letti) sono stati accolti sfollati provenienti principalmente dalla zona di combattimento della regione di Kharkiv. Nel mese di agosto: “524 sfollati (297 donne e 226 uomini)”; di cui 197 over 65, 283 tra i 18 e i 65 anni e 40 bambini.
“La permanenza nei rifugi dei sindacati – si legge nella relazione - comprende l'alloggio, i pasti e gli altri servizi che gli sfollati ricevono. Dai colloqui con gli sfollati interni è emerso che hanno vissuto una situazione di stress, provando ansia e paura per la propria vita e per quella dei loro familiari. Non si sentivano al sicuro. Tutto questo può influire negativamente sulla loro salute, sia fisica che mentale. Molti sfollati hanno subito traumi psicologici, alcuni hanno sofferto di attacchi di panico, hanno disturbi del sonno. Tutto ciò può influire su ogni aspetto della loro vita, comprese le prestazioni lavorative, il pensiero, il peso e lo sviluppo di diabete e malattie cardiache, malattie croniche”.
Più in generale, per dare rifugio agli sfollati, il sindacato Fpu “ha aperto le porte di 14 sanatori, 8 strutture turistiche – informa sempre la relazione intermedia -, nonché di dormitori di centri educativi sindacali e altre strutture. Accolgono le famiglie dei militari delle forze armate dell'Ucraina, i membri dei sindacati, gli sfollati interni che hanno perso la casa, compresi i pensionati, le donne con bambini e i disabili. Ogni giorno più di 6 mila sfollati interni vi soggiornano e complessivamente, dall'inizio della guerra, più di 100 mila sfollati interni sono passati attraverso le strutture di proprietà e gestite da Fpu. Purtroppo il loro numero non accenna a diminuire con l'intensificarsi delle ostilità”.