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È partita questa mattina (30 marzo) da Padova la quinta Carovana di pace "Stop The War Now" diretta in Ucraina. Sono partiti oltre 150 i volontari di numerose organizzazioni della società civile italiana che si recheranno nel Paese martoriato dalla guerra per portare aiuto concreto alla popolazione civile e un messaggio di pace e nonviolenza. I 30 mezzi in partenza porteranno in Ucraina 20 generatori di corrente e un totale di 20 tonnellate di aiuti umanitari, raggiungendo le zone assediate ad un passo dal fronte della guerra e la missione permanente dei volontari a Mykolaiv coordinata dall'Associazione comunità Papa Giovanni XXIII.
La Rete italiana pace e disarmo è parte attiva dell'iniziativa di "Stop The War Now" fin dalla nascita di questa esperienza di azione nonviolenta, che proprio un anno fa - il 2 aprile 2022 - arrivò per la prima volta in Ucraina mantenendo poi un costante flusso di aiuti e di sostegno alla popolazione civile. "Siamo parte della Carovana di Pace di StopTheWarNow per condividere questa esperienza civile nonviolenta di pace, incontrando le vittime di questa insensata guerra e sostenendo i sindacati che stanno assistendo gli sfollati interni, in particolare le famiglie che vivevano nelle città distrutte dalla guerra - afferma Sergio Bassoli, coordinatore dell'esecutivo di Rete pace disarmo, in partenza per l'Ucraina".
"Doneremo in particolare cinque generatori da 25 KW per garantire energia elettrica in altrettanti centri di accoglienza gestiti dal sindacato Fpu: 3000 persone potranno tornare ad avere acqua calda, riscaldamento e pasti caldi. Un grande risultato ottenuto grazie ai fondi raccolti nelle sedi sindacali della Cgil, nei luoghi di lavoro e dai pensionati. Per esprimere una solidarietà vera alle vittime e continuare a chiedere una soluzione politica per fermare la guerra", aggiunge Bassoli.
In totale saranno 20 i generatori che verranno consegnati, grazie ai contributi sindacali e anche della Diocesi di Bologna, uno dei quali (da 50KW) destinato ad un ospedale pediatrico di Odessa. Serviranno ad alimentare dissalatori per l'acqua, rifugi anti-aerei e alcuni centri per la distribuzione di aiuti umanitari della Caritas. Aggiungendosi alle 20 tonnellate di aiuti umanitari preparati grazie all'apporto di ciascuna delle 180 sigle che hanno aderito a "Stop The War Now".
"Come rete proponiamo un esempio di presenza civile nonviolenta: non porteremo armi, ma aiuti concreti e un segno di fratellanza. Nella società civile è viva infatti la voglia di abitare il conflitto, andando a condividere la vita con le persone coinvolte in una guerra che non hanno scelto - sottolinea Giampiero Cofano della Comunità Papa Giovanni XXIII, coordinatore della Carovana per la pace -. Chiediamo il dialogo, la riapertura dei negoziati di pace perché purtroppo l'inizio della primavera segna per l'Ucraina un periodo di angoscia: il disgelo porta a una recrudescenza del conflitto". Ed è per questo che, oggi più che mai, serve mettersi in viaggio per la pace.