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La Cgi esprime forte preoccupazione per le riforme varate negli ultimi giorni dal neoeletto presidente Milei in Argentina. Con un maxi-decreto è stato infatti modificato l'assetto economico e istituzionale del Paese, delegando al mercato la regolazione delle relazioni economiche e sociali.
"Privatizzazioni selvagge – si legge in un comunicato del sindacato –, gravi limitazioni delle libertà sindacali, come
il diritto di sciopero ed il diritto a manifestare, una riforma del diritto del lavoro che riduce i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e limita gli indennizzi e le prerogative dei contratti nazionali. Una rivoluzione 'libertaria' che minaccia la democrazia argentina e le cittadine ed i cittadini, stremati dalla crisi economica”.
La Cgil esprime inoltre “preoccupazione e condanna le ripetute minacce allo stato di diritto e l'annunciata messa in discussione dei diritti civili delle donne, delle persone lgbtq+ e dei migranti conquistati con dure battaglie dopo la fine della dittatura”.
“Per questi motivi siamo convintamente al fianco dei sindacati argentini, Cgt-Ctat-Ctaa, con la loro marcia del 27 dicembre per protestare contro il decreto d'urgenza e chiedere che non venga approvato dal Congresso. Sosteniamo con forza la loro lotta – conclude il comunicato – anche in qualità di coordinatori della Rete internazionale antifascista consapevoli che ogni tentativo dell'estrema destra, in qualunque parte del mondo, di limitare la democrazia ed i diritti è un attacco a tutte le lavoratrici e lavoratori e deve essere respinto con decisione”.