Dal carcere di Evin 16 prigioniere politiche in una lettera aperta hanno stigmatizzato la sentenza di condanna a morte di Sharifeh Mohammadi, hanno ribadito che saranno sempre a fianco di chi rischia la condanna a morte e chiedendo l'abolizione della pena capitale.

Questa la lettera:

Sharifeh Mohammadi, attivista sindacale, è stata condannata a morte dopo sette mesi di detenzione temporanea, tortura e interrogatori in centri di detenzione in varie città, in uno scenario architettato e con accuse false e infondate.

Questa condanna a morte non riguarda solo Sharifeh, ma tutte "noi" attiviste sindacali, politiche, dei diritti civili e dei diritti umani e di genere.

Crediamo che questa sentenza costituisca un potenziale pericolo e sia preludio di altre pesanti pronunce.

Ciò che è più evidente in questa condanna a morte è la politica di repressione, attraverso la quale vogliono mettere a tacere le voci di protesta e le rivendicazioni del popolo che sono state affermate con forza a partire dalla rivoluzione del 2022. Vogliono colpire in primo luogo le donne, intimidendole per costringerle a ritirarsi dall'arena del "diritto", dove oggi sono presenti con una voce più forte di prima.

Noi, prigioniere nel reparto femminile della prigione di Evin, abbiamo sentito la voce della "Campagna per la difesa di Sharifeh Mohammadi" che invita tutte le coscienze a risvegliarsi e ad agire per il rilascio di Sharifeh.

Siamo al fianco di Sharifeh e di coloro che sono minacciati dalla pena di morte. Chiediamo subito una moratoria sulla pena di morte e chiediamo che venga abolita.

Sarvanaz Ahmadi
Anisha Asadollahi
Hasti Amiri
Reyhaneh Ansarinejad
Golrokh Iraee
Sakineh Parvaneh
Nahid Taghavi
Nahid Khodajoo
Nasrin Khezri Javadi
Vida Rabbani
Mahboobeh Rezaei
Mahnaz Tahrah
Sepideh Gholian
Narges Mohammadi
Vareshresh Moradi
Maryam Yahyavi”